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Ancora un caso di meningite: ogni anno ci sono 300 morti

LUCCA. L’ultimo caso di meningite di tipo B è stato registrato ieri su una donna di 32 anni, residente a Lucca, attualmente ricoverata presso l’ospedale cittadino San Luca. Al momento in prognosi riservata, la paziente, vaccinata contro la meningite C, aveva accusato febbre e malessere generale pochi giorni fa, peggiorati nel giro di 72 ore. Altri casi si erano registrati nel 2018 in Sardegna.

Il Sistema di sorveglianza nazionale (Ssn) delle malattie invasive batteriche (Mib) tra il 2007 e il 2016 ha registrato in Italia 11.533 casi totali di Mib, mentre, nello stesso periodo, dalle schede di dimissione ospedaliere sono state identificate oltre 14mila dimissioni con diagnosi di Mib. Questi i dati che emergono da una prima analisi dei risultati di uno studio condotto da alcuni ricercatori del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, pubblicati all’interno della rivista Vaccine all’inizio di gennaio 2019.

La maggior parte delle malattie meningococciche invasive erano meningiti, seguite da setticemie. In conclusione, il confronto dei dati del sistema di sorveglianza nazionale con quelli ricavati dalle schede di dimissione ospedaliera si è reso necessario allo scopo di migliorare la valutazione dell’andamento epidemiologico delle malattie invasive batteriche prevenibili da vaccino sottoposte a obbligo di notifica, così da pianificare le strategie di prevenzione e il processo decisionale in materia di salute pubblica.

Il 24 aprile ricorre la Giornata mondiale della Meningite, malattia ancora da sconfiggere, che provoca ogni anno circa 300 morti in Italia. L’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin dichiarava in un’intervista del 24 aprile 2018: «L’unico modo per proteggersi è la vaccinazione». Il Ministero della Salute segnalava 178 casi di meningite da meningococco nel 2016, in lieve aumento rispetto al triennio 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015, a causa della presenza in Toscana di una trasmissione più elevata rispetto alle altre regioni italiane.



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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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