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Intrappolata in ascensore per 27 ore, si salva bevendo vino

PADOVA. Una donna di 50 anni chiusa in ascensore per 27 ore rischiava di morire a Padova. Senza un pulsante di emergenza nell’impianto, sola nella palazzina e priva di cellulare poteva contare solo sulla sua capacità di resistenza e su qualche miracolosa bottiglia di vino. Quest’ultimo è stato fondamentale per salvarle la vita ed evitarle una fatale disidratazione. Quando sono arrivati i soccorsi, non è stato necessario accompagnarla al pronto soccorso: la donna scossa e un po’ provata, stava bene.

La disavventura a lieto fine si è iniziata per la donna venerdì mattina attorno alle 9.30. Era uscita dal suo appartamento senza cellulare e aveva preso l’ascensore proprio per portare una cassetta di vino in cantina, quando l’impianto si è bloccato. A quel punto la donna ha provato a forzare le porte e a chiamare aiuto, ma anche la colf che la aiuta nelle faccende domestiche non l’ha sentita. Non l’è rimasto altro da fare che bere il vino che aveva con sé, rompendo le bottiglie in assenza di un cavatappi. Con il caldo, l’abitacolo si è subito surriscaldato: senza le bevande alcoliche non sarebbe riuscita a sopravvivere.  

Angela Finocchiaro nel film “Ci vuole un gran fisico” del 2013

Soltanto dopo 27 ore di prigionia, la figlia poco più che ventenne, non riuscendo a mettersi in contatto telefonicamente, è arrivata preoccupata a casa. Dopo aver sentito la madre urlare dentro l’ascensore ha chiamato subito i soccorsi. Con l’arrivo dei vigili del fuoco, l’incubo della donna è finito. Non è stato necessario andare al pronto soccorso, la signora ha bevuto molta acqua e si è fatta una doccia.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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