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La fatale Mata Hari: una vita in bilico fino alla morte per spionaggio

Mata Hari, pseudonimo di Margaretha Geertruida Zelle, nata nei Paesi Bassi, morì il 15 ottobre 1917, dopo una vita divisa tra la professione di danzatrice e agente segreto olandese, condannata alla pena capitale per la sua attività di spionaggio durante la Prima Guerra Mondiale. Quando i genitori si separarono, l’infanzia di Margaretha fu un po’ travagliata, tanto che, appena riuscì, rispose a un annuncio matrimoniale, sposando un ufficiale, il capitano Rudolph Mac Leod. L’unione tra i due non durò molto, e separatasi dal marito, Margaretha tentò la fortuna a Parigi, dove, col nome di lady Mac Leod, si fece notare quale “danzatrice venuta dall’Oriente”, per il genere di balli in cui si esibiva. Cambiato il nome in Mata Hari (Occhio dell’Alba), da Parigi fu consacrata come ballerina a livello internazionale, e girò tutta l’Europa, fino al momento in cui iniziò a essere sorvegliata dal controspionaggio inglese e francese.

Immagine dal sito Mata Hari
Mata Hari – Immagine dal sito Mata Hari

Era il maggio del 1916: Mata Hari partì per la Spagna e di qui, il 14 giugno, per Parigi dove, tramite un ex amante, il tenente di cavalleria Jean Hallaure, che è anche, senza che lei lo sappia, un agente francese, il 10 agosto si mise in contatto con il capitano Georges Ladoux, capo di una sezione del Deuxieme Bureau, il controspionaggio francese, per ottenere il permesso di recarsi a Vittel. Ladoux le concesse il visto e le propose di entrare al servizio della Francia, proposta che Mata Hari accettò, chiedendo l’enorme cifra di un milione di franchi, giustificata dalle conoscenze importanti che ella vantava e che sarebbero potute tornare utili alla causa francese. Condannata dal Consiglio di Guerra alla pena di morte mediante fucilazione, Marguerite Gertrude Zelle fu sepolta in una fossa comune. Del suo corpo venne conservata la testa che fu trafugata negli Anni Cinquanta, in circostanze mai chiarite, per servire forse di estrema e macabra reliquia.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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