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La Juventus e il metodo CR7, ovvero “chi sbaglia non paga”

Dal titolo gran parte dei lettori penserà si tratti del solito pezzo scritto dall’ennesimo giornalista/tifoso anti-juventino, pieno di invidia nei confronti della squadra detentrice degli ultimi otto (e dico otto!) scudetti in Serie A, unico team italiano capace di raggiungere ben due finali di Champions League nelle ultime 5 stagioni (2014/15 e 2016/17), che annovera tra le proprie fila uno dei calciatori più forti dell’ultimo ventennio e più in generale di tutti i tempi, idolo indiscusso del tifo bianconero, Sua maestà Cristiano Ronaldo.

Ebbene non è così. Avete presente la frase più di tutte segna Peter Parker, alias Spider-Man, nel suo percorso di crescita come supereroe e soprattutto come uomo? Ebbene questa frase secondo la storia editoriale scritta dal mitico Stan Lee viene attribuita a Ben Parker, zio di Peter, e recita così: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità“.

Spider-Man

Ebbene ma tutto ciò cosa centra con CR7? Centra più di quanto non immaginiate. Secondo un’indiscrezione diffusa dal quotidiano La Repubblica sarebbe emersa la volontà da parte del 34enne portoghese di voler invitare a cena i compagni di squadra, in maniera tale da cogliere l’occasione per chiarirsi e porgere le scuse per l’episodio. Si tratta di un proposito assolutamente encomiabile.

Peccato che un campione del calibro di Ronaldo non abbia capito che le scuse non andrebbero rivolte solo nei confronti di allenatore, compagni, staff e società, ma sopratutto nei confronti dei tifosi. E mi azzardo anche ad affermare nei confronti di TUTTI I TIFOSI, a prescindere dal colore della squadra per cui tifano. Proprio come zio Ben, anch’io ho un nipote, seppur sia ancora molto piccolo nutre già una grande passione per il calcio ed ha una predilezione assurda per Cristiano.

Dopo l’uscita a dir poco imbarazzante dell’extraterrestre dal campo dello Juventus Stadium, durante il corso della partita tra i bioanconeri e il Milan, e il conseguente abbandono anticipato dello stadio da parte della star portoghese cosa dovrebbero pensare le giovani generazioni, e non solo, in merito a questo episodio? Il mio pensiero è che ci sia la convinzione diffusa che la Juventus sia una società capace di far rispettare le regole, il cosiddetto “stile Juventus” ha caratterizzato circa 122 anni di storia e non ha mai guardato in faccia a nessuno. Ebbene questa volta le “regole” sono andate a farsi friggere.

juventus cr7

Un atteggiamento del genere non fa che aumentare la percezione generale che anche all’interno di una società seria come la Juve ci siano figli e figliastri: in pratica se sei un fenomeno e ti chiami Cristiano Ronaldo puoi permetterti di mandare a quel paese l’allenatore, di non accomodarti in panchina e sostenere i tuoi compagni, di non salutare i tuoi tifosi e fine gara e infine bastano due scuse ed una cena a mettere a posto la situazione.

È palese a tutti che quando si parla di CR7 si parla di un “fenomeno” del calcio mondiale di tutti i tempi, i numeri sono incontrovertibili: nelle 18 stagioni da professionista ha disputato 818 match realizzando 607 reti, mentre in nazionale ha messo a segno 99 reti in 164 incontri disputati. Numeri che gli hanno permesso di stabilire record su record, e che hanno contribuito al conseguimento per 5 volte del Pallone d’oro.

Inoltre è sotto gli occhi di tutti che l’effetto Ronaldo abbia condizionato positivamente le entrate della società bianconera: dal suo arrivo sono state vendute all’incirca un milione di magliette col suo nome, generando 58 milioni di ricavi in più, inoltre il bacino a livello mondiale dei tifosi è passato da 385 a 423 milioni, un’incremento da capogiro. Nel contempo sono aumentate le sponsorizzazioni e il prezzo di biglietti e abbonamenti è lievitato, aumentando esponenzialmente gli introiti. Dettagli che probabilmente non saranno passati inosservati tra i dirigenti juventini

Ma la “vera” forza di un campione risiede nell’esempio che rappresenta e che può rappresentare per il prossimo oppure solo ed esclusivamente nei numeri e nei fatturati? Come faccio a spiegare a mio nipote che anche un campione può sbagliare, essere punito come tutti gli altri e avere l’opportunità di rimediare al proprio errore? In questo momento non lo posso fare perché c’è uno scudo che protegge CR7 e gli permette di essere al di sopra delle parti, sopratutto per volere della società.

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CR7 in azione durante il match tra Juventus e Milan (Twitter)

Probabilmente sarebbe compito della Lega Serie A fare in modo che le regole vengano rispettate, e che se un calciatore decida senza una motivazione valida (come potrebbe essere ad esempio il caso di un infortunio) di non accomodarsi in panchina a seguito di una sostituzione, o addirittura come in questo caso decida di abbandonare prematuramente l’impianto sportivo, sia sanzionabile con una squalifica, con conseguente multa, e l’obbligo di dover organizzare una manifestazione sportiva a scopo benefico.

Pensate veramente che un campione del calibro di Ronaldo, o Messi, o Mbappé, possa risentirsi perennemente per una sanzione del genere? Secondo me assolutamente no, perché ammettere i propri errori equivale a crescere dal punto di vista umano.

Alessandro Florenzi – ‘core de nonna (Twitter)

Se dovessi raccontare a mio nipote l’esempio di un vero campione dei nostri tempi gli mostrerei quello di Alessandro Florenzi: il 28enne romano, terzino e all’occorrenza esterno di centrocampo, capitano della Roma, nonostante in questa stagione si sia dovuto accomodare numerose volte in panchina ha espresso parole al miele per il club e per il tecnico Paulo Fonseca affermando: “Rispetto le scelte del tecnico, ma la Roma viene prima di tutto. Spero di convincere presto il mister.” Parole sulle quali riflettere e sulle quali costruire l’esempio per le generazioni future.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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