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La rivoluzione delle calze di nylon nella moda femminile Anni ’40

È stato il chimico americano Wallace Hume Carothers, nato nel 1896, e morto nel 1937, ha scoperto la fibra di uno dei capi d’abbigliamento più usati dalle donne: le calze di nylon. Era il 1935 quando a Wellington, in Delaware (Usa), nel laboratorio della DuPont, lo studioso sintetizzò la fibra tessile che avrebbe rivoluzionato il mondo femminile. Fino al 15 maggio 1940, giorno della messa in commercio negli Stati Uniti dei collant, le “signore” indossavno solo pesanti calze di lana, o delicate calze in seta, che, a differenza dei resistenti collant in nylon (“no-run”, non si smaglia), si rompevano facilmente.

Nei primi quattro giorni del 1940 andarono a ruba 4 milioni di paia di calze, ma già nel 1938 la ditta DuPont pubblicizzò l’invenzione, grazie a cui 4mila paia di calze furono prodotte per il test di prova nel 1939, e vendute in sole tre ore. Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, le calze diventarono merce di scambio sul mercato nero. Nel 1945 la produzione e la vendita ritornarono in auge, tanto che a New York in sole sei ore ne vennero acquistate più di 50mila paia, facendo moda soprattutto tra le dive hollywoodiane, come Rita Hayworth, ad esempio, che mostrava quanto rendessero belle le gambe.

Wallace Hume Carothers

Gli Anni Cinquanta e Sessanta rappresentarono l’epoca d’oro delle calze di nylon, mentre in Italia la prima azienda a introdurre la lavorazione del nylon fu la piemontese Rhodiatoce, con sede a Pallanza, frazione del comune di Verbania nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Prima di allora, nel 1589, l’inglese William Lee costruì il primo telaio per calze, attraverso cui si realizzarono calzini grossolani indossati dagli uomini, per poi, nel tempo, passare anche alle donne. Le calze femminili fermate con giarrettiere sotto o sopra il ginocchio risalgono al 1720 con l’invenzione della crinolina.

calze di nylon

Tornando ad alcune curiosità sul nylon, pare che il nome fosse usato come acronimo di “Now You’ve Lost Old Nippon”, in quanto, a seguito del secondo conflitto mondiale, il Giappone impedì l’importazione di seta dalla Cina, materiale usato dagli Stati Uniti per ricavare i paracadute dei soldati. Si dovette così inventare una fibra nuova, il nylon, nome che potrebbe anche fare riferimento alle iniziali di New York e Londra.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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