• STORIA

L’anniversario della Strage di Ustica. Era il 27 giugno 1980, ore 20.59

Nessun sopravvissuto. Perso il contatto radio con l’aeroporto di Roma-Ciampino, responsabile del controllo del traffico aereo. Il Dc9 Itavia decollato il 27 giugno 1980 dall’aeroporto di Bologna, non arrivò mai a Palermo. Dopo quel disastro, la strage di Ustica, di cui non si sono mai chiarite le cause, le famiglie delle 81 vittime, tra cui 13 bambini, 77 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio, si sono riunite in un’associazione, “Parenti delle Vittime della Strage di Ustica”, che ha sede a Bologna, per non dimenticare. E da oggi, per il 39esimo anniversario, prendono il via una serie di iniziative fino ad agosto “Attorno al museo”. Sì, perché nel 2006 con 15 mezzi i vigili del fuoco riportarono in qualche modo indietro la storia per fissarla per sempre all’interno del “Museo della memoria”, che custodisce i pezzi dell’aereo del volo Bologna-Palermo IH 870, precipitato in mare al largo di Ustica alle ore 20.59 del 27 giugno 1980, e avvistato solo il giorno dopo in mare. Il relitto fu ritrovato a 3mila 500 metri di profondità nelle acque del Tirreno, e riportato dall’aeroporto militare di Pratica di Mare nel capoluogo emiliano. Furono 38 le salme recuperate.

Il Dc9 Itavia prima del disastro aereo, strage di ustica
Strage di Ustica: Il Dc9 Itavia prima del disastro aereo

Numerosi processi si susseguirono negli anni tra milioni di pagine di atti, e tra marescialli, colonnelli, generali coinvolti, alcuni morirono in modo sospetto: s’impiccarono, o ebbero in incidenti stradale e aerei. Le principali ipotesi del disastro sulle quali gli inquirenti hanno indagato sono state: un missile terra-aria lanciato da un aereo militare; una collisione con un aereo militare; un cedimento strutturale; una bomba esplosa a bordo. Solo nel 2013, dopo anni di processi, depistaggi, l’intervento della Commissione Stragi, e tutto il dolore dei familiari delle vittime, sono stati riconosciuti risarcimenti per milioni di euro, oltre alla condanna, nel 2014, dei ministeri della Difesa e dei Trasporti a rimborsare le spese di giudizio e a risarcire 14 familiari o eredi di alcune delle vittime. C’è stato un muro di gomma sulla strage di Ustica, che diede anche il titolo a un film di Marco Risi, anche se, poche ore dopo l’incidente, il presidente della compagnia Itavia, Aldo Davanzali, denunciò pubblicamente che il suo aereo era in volo in perfette condizioni, e che a tirarlo giù poteva essere stato solo un missile. Quelle parole portarono la sua compagnia al fallimento, ma parrebbe che Davanzali avesse ragione, perché nel cielo tra le isole tirreniche di Ponza e Ustica c’era la guerra, come raccontarono i magistrati ai familiari delle vittime. Forse lo Stato, garante dell’incolumità dei passeggeri del volo Itavia, permise a Paesi alleati di violare la propria sovranità.

I pezzi dell'aereo riportati a Bologna, strage di ustica
I pezzi dell’aereo riportati a Bologna

Nel 1988, durante la trasmissione “Telefono giallo” di Corrado Augias, con una telefonata anonima qualcuno dichiarò di essere stato “un aviere in servizio a Marsala la sera dell’evento della sciagura del DC9”. L’anonimo riferì che i presenti come lui, avevano esaminato le tracce, i dieci minuti di trasmissione di cui parlavano nella puntata, dichiarando: “Noi li abbiamo visti perfettamente. Soltanto che il giorno dopo il maresciallo responsabile del servizio ci disse praticamente di farci gli affari nostri e di non avere più seguito in quella vicenda. […] la verità è questa: ci fu ordinato di starci zitti”. Inoltre, un’inchiesta giornalistica da un’idea di Giampiero Marrazzo, diventò un film di Giampiero Marrazzo e Gianluca Cerasola, “Sopra e sotto il tavolo”, in seguito alle dichiarazioni dell’allora capo del governo Francesco Cossiga, informato dai servizi segreti italiani sul presunto collegamento della strage con i servizi segreti francesi, in quanto affermò che i caccia della Marina francese volevano colpire l’aereo con a bordo Gheddafi, non il Dc9. “Se fosse stato ad impatto non ci sarebbe nulla dell’aereo”, spiegò Cossiga, e tracce del missile sui resti del Dc9, nelle diverse analisi compiute, sembra non siano mai state trovate.

Il trailer lungo di “Sopra e sotto il tavolo”

Dal diario della figlia di due delle vittime di Ustica si legge: Caro diario sono felice, oggi è il 26 giugno 1980 e sono stata promossa. EVVIVA!!!!! (ho tredici anni) Mamma e Papà sono molto orgogliosi di me, mi hanno promesso da mesi che il loro regalo per la promozione sarà portarmi con loro in Sicilia. […] Caro diario oggi 26 giugno 1980 c’è stato un cambiamento nel programma. La mamma ha detto che siccome non ha trovato posto in aereo, partono solo loro due con la speranza di poter trovare due biglietti, promettendomi un nuovo regalo al ritorno. […] Caro diario oggi 28 giugno 1980 non crederai a quello che ti dirò ora: la Mamma e il Papà non hanno ancora telefonato per dire che sono arrivati. Qui sono tutti agitati. […] Mi sento morire. I miei fratelli sono partiti a cercare Mamma e Papà. […] Caro diario oggi sono andata nella casa dove ero così felice con i miei genitori. […] Ho pianto tanto, tanto, urlato più forte che potevo, avrei voluto farli scendere da quel maledetto aereo che me li aveva portati via. […] Anno 1990. Da quel triste momento di dieci anni fa tutti mi hanno sempre detto che ero fortunata ad essere così piccola e che quindi non soffrivo più di tanto, ma non sanno che quando la speranza muore la vita non ha più senso. Quella bambina è cresciuta, ora ha ventitré anni, ed ancora non sa che senso dare a questa sua sofferenza.
Linda Lachina

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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