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Le ‘notti magiche’ di Italia ’90 si traformano nella “Vergogna italiana”

È innegabile che durante questi due mesi di lockdown gran parte degli appassionati sportivi italiani abbia avvertito la mancanza di una disciplina in particolare: il calcio, lo sport più popolare e più praticato nel nostro Paese.

Un particolare che non sarà passato inosservato a Fabio Lucentini che questa settimana ha deciso fare una parodia partendo da uno dei brani che senza ombra di dubbio ha fatto la storia della musica italiana e sopratutto che è legato indissolubilmente ad uno degli eventi sportivi più importanti del secolo scorso: il Mondiale di calcio di Italia ’90.

L’inno di quel mondiale fu il brano ‘Un’estate italiana‘, conosciuta anche come ‘Notti magiche’, realizzata dal celebre compositore Giorgio Moroder, e cantata dal duo BennatoNannini. Per questa occasione il titolo del pezzo si è trasformato in ‘Vergogna Italiana’ (Italia a 90°).

Il potere evocativo che questa canzone ha su tutti coloro i quali hanno avuto la fortuna di vivere quel periodo è quello di catapultarti immediatamente nel passato, esattamente come la DeLorean inventata da Emmett “Doc” Brown nel film ‘Ritorno al futuro‘, e farti rivivere quei momenti indimenticabili.

In questa occasione Lucentini ha deciso di far indossare i panni dei cantanti a due dei più importanti protagonisti della scena politica italiana, attualmente all’opposizione: Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I due leader, rispettivamente di Lega e Fratelli d’Italia, le cantano di santa ragione al premier Giuseppe Conte.

Vergogna italiana

L’immagine del presidente del Consiglio è molto evocativa: con un perfetto fotomontaggio gli viene montato il viso sulla foto dell’ex calciatore, ora allenatore, Fabio Cannavaro nell’occasione in cui solleva la Coppa del Mondo vinta nel Mondiale del 2006. Molto ironico è il fatto che al posto della Coppa dorata venga sollevata una enorme supposta e siano stati completamente cancellati i tatuaggi di Cannavaro per farne spazio ad uno nuovo con la scritta ‘Casalino‘, portavoce e capo dell’ufficio stampa di Conte. Inoltre il premier indossa una maglia rossa al cui centro spicca il simbolo politico del comunismo russo e del movimento operaio: falce e martello.

In questa occasione l’artista padovano immagina che le parole della canzone rappresentino l’attuale pensiero dei due leader dell’opposizione, quindi ci va giù abbastanza pesante, anche se va evidenziato che per quanto le strofe possano sembrare dure non risultano mai offensive e sopratutto volgari.

Nel brano non si lesinano gli attacchi nei confronti dell’attuale esecutivo il cui contenuto può essere sintetizzato da una strofa presente nel ritornello che afferma “questo governo la vergogna italiana, ora il popolo sta per risorgere, la nostra Italia merita di più“. Mentre nell’ultima strofa il ritornello viene modificato dalla parola ‘governo’ con la seguente frase “chi ci ha venduti e portati alla rovina, ora il popolo vuole per risorgere, dell’Europa schiavi non lo saremo più“.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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