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Le proposte di Fise Assoambiente per il Green New Deal

L’impegno e l’entusiasmo del ministro dell’Ambiente Sergio Costa per il “Green New Deal”, «il primo pilastro di un edificio le cui fondamenta sono la legge di bilancio e il Collegato ambientale, insieme alla legge Salvamare, in discussione alla Camera, e a “Cantiere ambiente”, all’esame del Senato», come dallo stesso dichiarato alcuni giorni fa, non sembrano convincere Fise Assoambiente, l’associazione che rappresenta le imprese del settore igiene urbana e riciclo. Le prime indicazioni fornite dal governo sulle misure previste nella prossima Legge di Bilancio sono state così commentate: «Le misure ad oggi ipotizzate nella Legge di Bilancio non sono in alcun modo sufficienti a generare una spinta decisa verso quel Green New Deal nelle intenzioni del governo; sono solo una sommatoria di piccole misure completamente marginali. Anche l’uso della leva fiscale appare più indirizzato alla ricerca di nuove entrate che a criteri di effettiva efficacia. Nessuna misura è, inoltre, prevista per l’obiettivo di un netto miglioramento degli indici di performance dell’economia circolare, che rappresentano invece uno dei punti qualificanti degli indirizzi europei».

schema economia circolare

La proposta di Fise, che dà rilievo alla leva fiscale usata come reale incentivo e senza oneri per lo Stato, per incentivare e sostenere gli investimenti in impianti per l’economia circolare, riguarda:

1. Iperammortamento: aliquota per investimenti in beni materiali strumentali nuovi funzionali alla trasformazione green dell’economia circolare (da 140% a 250%). 2. Superammortamento: proroga con aliquota al 140%/250% per i beni strumentali nuovi e potenziamento inserendo beni immateriali strumentali (software) funzionali alla trasformazione green dell’economia circolare. 3. Credito d’imposta alla ricerca, con un credito massimo per contribuente fino a 20 milioni di euro per ricerca su settore dell’economia circolare. 4. Detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a 1 milione di euro in startup e PMI innovative nel settore dell’economia circolare.

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Obiettivi Fise: gestione dei rifiuti nell’ottica dell’economia circolare , garantendo un ambiente più sostenibile per raggiungere gli obiettivi indicati da Bruxelles che, al 2035, punta al 65% di rifiuti urbani riciclati e alla riduzione al 10% di quelli conferiti in discarica.

Sono strumenti che hanno avuto successo, facilmente utilizzabili dalle imprese senza bandi e call, complesse e lente, quindi di immediata utilizzabilità anche per impianti in fase di realizzazione, da parte di tutte le imprese che gestiscono rifiuti urbani e speciali, si legge nella nota sugli investimenti da fare. Al vaglio, poi, un elenco di impianti e software riconducibili all’economia circolare come, ad esempio, contenitori per la raccolta differenziata e interrati, centri di riciclaggio, smontaggio e riuso, piattaforme di valorizzazione dei materiali raccolti in forma differenziata, linee di recupero di materiali in impianti di selezione o smaltimento, digestori anaerobici e linee di raffinazione del biometano. Gli investimenti per dare una spinta decisiva all’economia circolare puntano, per Fise, su diversi tipi di impianti, tra cui per il recupero di biogas delle discariche, industriali per prodotti riciclati, industriali per migliorare le capacità di riciclaggio, e su sensoristica per la lettura del peso dei contenitori, alcuni software di gestione delle flotte, degli svuotamenti, della tariffa puntuale, oltre che sulla comunicazione ambientale su riciclo, ricerca e sviluppo, brevetti. Infine, il suggerimento di Fise per le coperture, è quello di usare il gettito della tassa sul conferimento in discarica e la addizionale (350 milioni di euro), modificando la norma, e di utilizzare il tributo provinciale per la gestione dei rifiuti (450 milioni di euro), sempre modificando la norma.

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