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Le stampe giapponesi degli antichi maestri del “mondo fluttuante”

TORINO. La galleria d’arte moderna Elena Salomon in via Torquato Tasso 11 (Piazzetta IV Marzo) ospita fino al 22 giugno prossimo una mostra attraverso cui è raccontata l’arte dell’Ukiyoe, che in giapponese significa “immagini del mondo fluttuante”. Indica il periodo della cultura nipponica (1600-1880) in cui è stato esaltato il gusto raffinato per l’eleganza, insieme con la ricerca del piacere estetico, al fine di vivere il momento. Si tratta di un genere di stampa artistica su carta, impressa con matrici di legno. Questo tipo di cultura ebbe origine nelle città di Edo (Tokyo), Osaka, e Kyoto, e la tecnica usata dagli artisti diventò molto conosciuta, grazie alle opere di Hishikawa Moronobu. Inizialmente veniva utilizzato solo inchiostro cinese, ma in seguito alcune stampe furono colorate a mano con i pennelli, mentre nel XVIII secolo Suzuki Harunobu sviluppò la tecnica della stampa policromatica.

In esposizione a Torino si possono ammirare 100 xilografie, raffiguranti il monte Fuji innevato sullo sfondo, e in primo piano altri monti, cascate, ciliegi in fiore e figure femminili dei maestri giapponesi Hiroshige, Hokusai, Utamaro. Le immagini, ancora oggi moderne, hanno influenzato l’arte occidentale tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, soprattutto gli impressionisti. Il soggetto principale, all’inizio, era la vita in città con le cortigiane, i lottatori di sumo, attori famosi, e nel tempo comparvero anche i paesaggi e il sesso, dal momento che le opere erano prodotte in massa per gli abitanti che non potevano acquistare dipinti veri.

La realizzazione avveniva per mezzo di diverse procedure, a cominciare dalla creazione del disegno originale in inchiostro. Proseguendo, un assistente creava una traccia dell’originale, alcuni artigiani incollavano questo disegno a faccia in giù su un blocco di legno, incidendo le parti in cui la carta era bianca, e distruggendo l’originale. Quindi il blocco veniva inchiostrato e stampato, producendo copie quasi uguali del disegno originale, e le stampe erano incollate sempre a faccia in giù su blocchi di legno, con le aree di un particolare colore lasciate in rilievo. Ognuno di questi blocchi stampava almeno un colore della stampa finale, e la serie veniva inchiostrata in diversi colori, successivamente impressi su carta, in modo che il risultato portasse l’impressione di ognuno dei blocchi, alcuni stampati più di una volta per dare profondità al colore.

Simona Cocola



  

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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