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L’egiziana Antinopoli riemerge dagli scavi di un archeologo italiano

IL CAIRO. Il papirologo e archeologo italiano Rosario Pintaudi, decano delle missioni archeologiche italiane in Egitto, è il custode dei resti di Antinoupolis, la città egiziana fondata dall’imperatore Adriano nel II secolo dopo Cristo. Fatta costruire al fine di commemorare il suo giovante amante preferito, e creare una capitale regionale nel cuore dell’Egitto, è ritornata alla luce attraverso gli scavi che hanno restituito apotropaici riti di fondazione, pietre col volto della regina Nefertari, papiri con animali fantastici, vestigia di un islam conquistatore, e mummie copte ricoperte d’oro. La città sorgeva sulla riva est del Nilo, a circa 40 chilometri a sud di Minya, e a quattro ore e mezza di auto a sud del Cairo, non lontano dal luogo in cui – secondo la leggenda – il ragazzo, poi divinizzato, annegò verso la fine dell’ottobre del 130 d.C.

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