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L’Iran minaccia di riavviare la produzione di uranio arricchito

L’Iran non rispetterà più alcuni degli impegni presi nell’ambito dell’accordo internazionale sul nucleare del 2015. La decisione viene direttamente dal presidente iraniano Hassan Rohani, che stamattina in Parlamento ha affermato : “L’accordo sul programma nucleare iraniano era stato raggiunto nell’interesse del mondo. Ma i nemici dell’Iran hanno fatto pressioni per spingerci al ritiro“.

La decisione avviene un anno dopo il ritiro statunitense dall’accordo deciso dal presidente Donald Trump. Rohani ha inoltre dichiarato che manterrà le scorie di uranio arricchito nel paese e che non verranno più inviate all’estero. Inoltre se entro 60 giorni non verranno introdotte nuove condizioni favorevoli all’Iran, riavvierà la produzione di uranio arricchito. Nello specifico Teheran chiede che vengano soddisfatte le richieste in ambito petrolifero e bancario, in risposta alle sanzioni stabilite dagli Usa.

Rohani accordo nucleare

L’accordo nucleare (Jcpoa), faticosamente raggiunto nel 2015, era stato concordato dall’Iran e dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU : Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia, più la Germania, il cosiddetto 5+1. Gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo l’8 maggio 2018. L’accordo aveva l’intento di limitare il programma atomico iraniano in cambio della revoca delle sanzioni internazionali. L’Europa ha adottato una serie di misure per dribblare le sanzioni americane, tra le quali un canale speciale di pagamento, che per ora non hanno avuto successo.

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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