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Lo tsunami di 15 anni fa che colpì Sumatra e la Thailandia

La scossa fu di magnitudo 9.1, e provocò un violentissimo tsunami il 26 dicembre di 15 anni fa a Sumatra nell’arcipelago malese. Morirono circa 250mila persone. “Avendo ucciso oltre duecentomila persone e fatto danni per parecchie decine di miliardi di dollari, quell’evento ha stimolato la comunità scientifica e gli apparati governativi a dotarsi di strumenti di monitoraggio e allerta per il rischio da maremoti”, ha dichiarato all’agenzia Ansa il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni.

In Italia, dopo quella tragedia, è stato istituito presso l’Ingv di Roma, in accordo con la Protezione Civile Nazionale, il Centro Allerta Tsunami, che h24 monitora il Mediterraneo e il Nord Atlantico dal rischio maremoto. Parla così Doglioni, che ricorda che quel sisma “è stato una lezione da ogni punto di vista, sia scientifico che sociale: ci ha insegnato molto sul fenomeno tsunami, che è stata la parte più drammatica per il grande numero di vittime. Abbiamo studiato, come mai era avvenuto in passato quando la rete di sismometri era più rarefatta e mancavano i dati satellitari, un terremoto di dimensioni catastrofiche rare, come ne accadono ogni 10-30 anni, di magnitudo superiore a nove, che ha rotto un piano di faglia lungo oltre 1200 chilometri, a una velocità di circa due chilometri al secondo, impiegando quasi dieci minuti per completarsi. Banchi corallini sulla costa si alzarono oltre il pelo dell’acqua anche di mezzo metro. Le onde dello tsunami raggiunsero altezze che in alcuni punti superarono anche i 20 metri. Dopo 25 minuti raggiunsero Sumatra, due ore dopo la Thailandia”. 

La scossa, la terza più potente degli ultimi 60 anni dopo il terremoto in Cile nel 1960 (magnitudo 9.5), e quello dell’Alaska del 1964 (9.2), si verificò alle 7.59 (ora locale) del 26 dicembre 2004. L’epicentro fu nell’Oceano indiano, al largo dell’isola indonesiana di Sumatra, dove il fondale marino si sollevò, generando onde anomale per migliaia di chilometri. Queste raggiunsero le coste di 14 Paesi di tre continenti, compresa l’Africa. Nella tragedia morirono anche 40 italiani, tra Thailandia e Sri Lanka.

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