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Londra potrebbe restituire la petroliera Grace 1 all’Iran

LONDRA. La petroliera iraniana Grace 1, sequestrata alcuni giorni fa al largo di Gibilterra, potrà essere riconsegnata a Teheran se ci sarà la garanzia che non fornirà greggio alla Siria, rispettando così le sanzioni Ue. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt in un colloquio con il collega iraniano Mohammad Javad Zarif.  “Ho appena parlato con il ministro Zarif – spiega Hunt su Twitter – Colloquio costruttivo. L’ho rassicurato che la nostra preoccupazione era la destinazione e non l’origine del petrolio sulla Grace 1 e che il Regno Unito faciliterà il rilascio della nave se riceveremo garanzie che non andrà in Siria, in seguito ad un giusto processo nei tribunali di Gibilterra”. Nel frattempo, le autorità hanno rilasciato su cauzione il capitano e tre membri dell’equipaggio della petroliera, senza specificare le accuse.

La tensione tra Londra e Teheran è alta dopo il tentato fermo della petroliera britannica Heritage nello Stretto di Hormuz, attribuito ai Pasdaran dai britannici e dagli Usa. I fatti: I Royal Marines hanno compiuto un blitz per sequestrare una petroliera diretta al porto siriano di Tartus. L’azione è stata condotta a partire da una base di Gibilterra, con un gruppo di forze speciali, il Commando 42, fatto arrivare via aereo dalla Gran Bretagna. Le autorità del Territorio britannico hanno spiegato che la nave, Grace 1, era diretta alla raffineria di Baniyas, sotto sanzioni europee fin dal 2014, perché accusata di finanziare il governo di Bashar al-Assad. Il governatore della Rocca, Fabian Picardo, ha elogiato il “coraggio” dei Marines, una squadra di venti uomini con un addestramento di altissimo livello, che hanno catturato la nave “senza incidenti”. Gibilterra è parte della Gran Bretagna dal 1713, dopo il Trattato d Utrecht, anche se la Spagna continua a rivendicarne la sovranità. Il governatore ha ribadito come Gibilterra rimanga «sicura e impegnata nel rispetto dell’ordine internazionale». Picardo ha detto di aver informato i vertici dell’Unione europea dell’azione e del rispetto delle sanzioni ordinate da Bruxelles. I rifornimenti della Grace 1 erano molto importanti per la Siria. Si tratta probabilmente di greggio di provenienza iraniana. Teheran ha difficoltà a rifornire l’alleato via terra e da circa un anno le sue petroliere non possono più attraversare il Canale di Suez, perché l’Egitto ottempera alle sanzioni europee e americane. Quest’inverno si sono viste in Siria lunghe code di automobilisti, la benzina è sempre più scarsa, e ci sono stati anche problemi per l’approvvigionamento di gas per cucinare.Damasco ha perso i due terzi dei suoi giacimenti di petrolio, ora controllati dai curdi delle Forze democratiche siriane, alleati degli Stati Uniti. L’aviazione americana anche bombardato autocisterne che cercavano di portare greggio di contrabbando dall’Est della Siria alle zone sotto controllo governativo, nella provincia di Deir ez-Zour. Washington punta sulle sanzioni per indebolire il governo, uno dei più stretti alleati dell’Iran nella Regione. La mancanza di carburanti è uno dei principali problemi di Assad, che ha schiacciato la rivolta dei gruppi ribelli e sta conducendo un’offensiva contro la loro ultima roccaforte, Idlib, con l’aiuto dell’aviazione russa. Ora la difficile situazione pare avere preso la strada della diplomazia. Fortunatamente.

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