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Luca Ward, voce di Russel Crowe: il doppiaggio in Italia è in forte crisi

TORINO. Attore, doppiatore, direttore del doppiaggio. Questo in estrema sintesi è Luca Ward, uno dei più famosi doppiatori attualmente in attività. Alcuni esempi? Ne “Il Gladiatore” ha dato la voce a Russell Crowe, ma anche a Pierce Brosnan, Samuel L. Jackson, Antonio Banderas e tanti altri. Attualmente Luca Ward è impegnato in tournée con il musical Mamma mia! che è in scena Torino al teatro Colosseo di via Madama Cristina sino al 20 gennaio.

Quali sono le tappe più importanti che avete fatto e quali le prossime?

Siamo partiti da Verona, Roma, Milano . Dopo Torino, Genova, Firenze , Napoli e per finire a Catania il 24 di marzo .

Questo al momento il Suo unico impegno lavorativo ?

No. Quando arrivano proposte per il doppiaggio di film sono sempre disponibile; tra una data e l’altra del musical abbiamo sempre uno o due giorni di riposo, per cui torno a casa a Roma. Mi dedico in primis alla famiglia, e se ci sono progetti lavorativi stimolanti mi dedico anche a questi.

Recentemente sui social abbiamo visto un post nel quale appare l’immagine del famoso videogame Splinter Cell. Non sarà un piccolo indizio sul fatto che sta per uscire un nuovo capitolo della saga e sarà di nuovo impegnato nel doppiaggio del protagonista?

Pubblico ogni tanto delle immagini inerenti per una sorta di omaggio a quel gioco che a mio parere è molto bello, e a cui sono appassionati anche i miei figli. In questa occasione ho voluto omaggiare il videogame in quanto mi avevano inviato un video della primissima versione del gioco che doppiai quasi 17 anni fa e da lì è nata la notizia che sto per doppiare una nuova release del gioco. Attualmente il gioco non è in uscita, ma sarei disponibile a doppiare il nuovo episodio.

Ha doppiato “Ballers” , serie televisiva di successo, arrivata alla quarta stagione, Come si è trovato a prestare la voce a Dwayne, attore in rampa di lancio?

A dir la verità abbiamo già doppiato la quarta serie, nel mese di dicembre e posso anticipare che presto uscirà per il pubblico italiano. E’ una serie divertente e facile da doppiare, e dal mio punto di vista, più passano gli anni e più considero Dwayne bravo come attore. Adesso si può veramente dire, secondo me, che è un attore completo, sicuro di se e delle sue capacità artistiche.

Luca Ward
Luca Ward

Cosa pensa dell’attuale situazione italiana nel campo teatrale, cinematografico e del doppiaggio?

E’ molto complessa. In Italia il doppiaggio è molto scaduto. Ha subito una caduta a livello qualitativo, non intendo nei film, ma nelle serie televisive. Le grandi produzioni cinematografiche spendono molti soldi e molto tempo per la cura del prodotto, come ad esempio Disney, Warner, Universal , Fox. Invece il prodotto televisivo viene fatto in tempi ristretti. Tengo a precisare che il mestiere di doppiatore è un mestiere artigianale, non industriale. Per fare un esempio pratico sarebbe come chiedere ad un calzolaio di fare un paio di scarpe su misura di grande pregio in pochissimo tempo. Ebbene quelle scarpe, sicuramente ti faranno male e non calzeranno a pennello, perché non è stato dato il tempo necessario perché si realizzasse un’opera di pregio.

Ma è vero che le retribuzioni sono rimaste quelle di 15 anni fa?

Proprio così è ciò che penalizza il settore e chi vorrebbe cominciare a praticare questo magnifico lavoro. La tendenza è quella di spendere sempre meno e illudersi di realizzare prodotti di qualità. Chi ne fa le spese è l’utente. Difatti Ballers è l’unica serie tv che doppio. Andrebbe rivisto completamente il sistema, non solo qualitativamente, ma anche a livello di ritmi. A fronte dei forti guadagni, le produzioni dovrebbero destinare più risorse al doppiaggio per dare all’utente un prodotto di qualità. L’audio e il sonoro sono relegati in secondo piano.

Luca Ward recita una scena cult di Pulp Fiction

Dunque, vede un futuro poco roseo…

Dico che in Italia ci sono circa ventimila attori e sarebbe arrivato il momento di cambiare ogni tanto interpreti, dare più opportunità a chi è meno in vista. In più manca l’originalità nei contenuti. Provate a pensare a quali film negli ultimi 10 anni ci hanno colpito in maniera particolare. In passato l’Italia si poteva vantare di essere tra i più grandi realizzatori di cinema a livello internazionale. Tra l’altro, oltre ad affidarci agli stessi interpreti, utilizziamo gli stessi sceneggiatori e le stesse sceneggiature.

Lei si occupa anche di insegnamento. Non ha mai pensato di aprire una scuola per trasmettere la Sua esperienza e far crescere capacità nelle nuove generazioni?

No, non è nelle mie intenzioni. Ogni tanto faccio delle dimostrazioni di come si realizza il doppiaggio in alcune accademie. Sono stato con piacere istruttore subacqueo e di vela, ma non sento il desiderio di insegnare il mio mestiere. Perché non vedo prospettive lavorative per i giovani in questo ambito.

Cosa è per Lei un valore italiano e di che valori siamo portatori?

Noi siamo italiani e già questo è un valore acquisito, un marchio. Il famoso fattore “made in Italy” , che io preferisco chiamare “fatto in Italia” , è un marchio che ognuno di noi si porta dentro. Rappresentiamo uno dei Paesi più potenti al mondo, ma siamo ingabbiati in logiche monetarie, comunitarie , completamente sbagliate, che ci costringono a viaggiare a rilento.
Valore italiano è un insieme di tante componenti importanti : il cibo, la moda, il settore automobilistico, l’ingegneria , gli attori, i teatri sono bellissimi, se li sognano a Broadway. In più mettiamoci anche il fatto che ci siamo inventati la mafia, la sacra corona unita, la camorra, l’ndrangheta, e combattere anche con questi problemi interni risulta ancora più complesso la crescita.

Che cosa farà al termine di questa tournèe ?

C’è sicuramente un progetto nuovo con il Teatro Sistina, che reputo faccia degli spettacoli di grande qualità. Vorrei elogiare l’operato del direttore artistico Massimo Romeo Piparo , produttore e regista teatrale, che per me rappresenta un vero orgoglio italiano. A vedere “Mamma Mia” , diretto dallo stesso Piparo, spesso vengono spettatori americani e al termine dicono che siamo meglio dei colleghi statunitensi. Questo rappresenta un grande motivo di soddisfazione nostrana. Un altro progetto è rappresentato dall’interpretazione nelle vesti di attore di una serie televisiva italiana, attualmente in preparazione “Sette chilometri da Gerusalemme” . E’ il seguito di un film, già da me interpretato nel 2007, diretto da Claudio Malaponti, tratto dall’omonimo romanzo di Pino Farinotti che narra del viaggio intrapreso in Terra Santa da un pubblicitario e del suo incontro con Gesù. Invece di progetti già realizzati dedicati al mondo del doppiaggio è in uscita il 17 gennaio “Glass” , seguito del film “Unbreakable – il predestinato” nel quale ho doppiato Samuel L. Jackson . Ma fra i tanti progetti per il futuro quello a cui tengo di più, sa qual’é? Dedicare più tempo alla mia famiglia.

Un ringraziamento speciale a Luca Ward per averci concesso questa intervista.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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