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L’ultimo prigioniero dei gulag ha compiuto 100 anni

PADOVA. In Siberia i compagni di prigionia lo avevano soprannominato “Bassi l’ora”, in quanto Giuseppe Bassi, che ha festeggiato ieri 100 anni, era l’unico ad aver conservato l’orologio e dunque a poter misurare il tempo. Nel suo paese, Villanova di Camposampiero, piccolo centro in provincia di Padova, il reduce del gulag è conosciuto come “Beppi”, e ieri gli hanno fatto festa grande. Ancora oggi, Giuseppe Bassi è lucidissimo e si dimostra di ottima compagnia. Ogni anno, con i suoi racconti sulla guerra, riesce ancora a incantare le scolaresche.

Appena diciottenne, in piena seconda guerra mondiale, Bassi decise di partire volontario per il fronte, sebbene, essendo l’unico figlio maschio e con il padre anziano, avrebbe potuto restarsene tranquillamente a casa. Partito nel febbraio 1942 come sottotenente del 120° reggimento Artiglieria motorizzata per combattere sul fronte del Don, Bassi fu imprigionato il 24 dicembre 1942 ad Arbuzovka e poi rinchiuso nei tre gulag di Tambov, Oranki e Suzdal, tornando a casa solo nell’aprile 1946.

“Quand’ero prigioniero – racconta – mi muovevo sempre. Bisognava fare così e non sdraiarsi mai: chi lo faceva si lasciava morire. Ho sempre avuto la volontà di vivere e ho sempre pensato che dovevo tornare per raccontare”.

Il centenario, proprio per la sua straordinaria memoria e capacità di racconto, è diventato il protagonista di un lungometraggio prodotto da Rebecca Basso e Luca Bozzato, due giovani produttori cinematografici di Villanova, con i quali ha collaborato il disegnatore Marco Checchin. I cittadini hanno potuto assistere alla proiezione di una parte di questo straordinario progetto in anteprima assoluta proprio in occasione della festa dedicata a Giuseppe.

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