• SPORT

Lutto in MotoGP: addio Fausto Gresini, morto di Covid a 60 anni

Il mondo del Motomondiale piange la scomparsa di Fausto Gresini: l’ex pilota, due volte campione mondiale, e manager del team che porta il suo nome purtroppo non è riuscito a vincere la dura battaglia contro il Covid. A comunicare la notizia del decesso un comunicato ufficiale del team Gresini Racing: “La notizia che non avremmo mai voluto dare, e che purtroppo siamo costretti a condividere con tutti voi. Dopo quasi due mesi di lotta contro il Covid, Fausto Gresini è purtroppo scomparso, pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni. Ciao Fausto.”

La nota prosegue con un messaggio di cordoglio dedicato ai famigliari di Fausto, la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese, intorno al quale il team si è stretto manifestando la propria vicinanza, e alle innumerevoli persone che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo.

A stroncare la vita dell’ex pilota e manager una terribile polmonite interstiziale causata dal Covid

Gresini era stato ricoverato pochi giorni dopo Natale, il 27 dicembre scorso, all’ospedale Maggiore di Bologna e poi traferito, il 30 dicembre, all’ospedale Maggiore di Bologna dopo un grave peggioramento. Le sue condizioni sono state altalenanti a causa di una polmonite interstiziale dovuta a un’infezione difficile da curare. Venerdì e sabato scorso, dopo un leggero miglioramento le condizioni sono improvvisamente peggiorate, costringendo i medici a nuova sedazione e terapie per combattere la grave infiammazione polmonare.

Nei giorni scorsi si era sparsa l’errata notizia di una sua presunta morte, circostanza che ha indispettito il figlio Lorenzo che si è scagliato contro la stampa in uno sfogo su Facebook: “Voglio ringraziare la stampa che ha avuto così tanto tatto nel comunicare e divulgare una notizia non verificata, siete proprio avvoltoi! Il mio grande babbo sta molto male, ma il suo giorno non sarà oggi!“.

Gresini
Da sx Marco Simoncelli e Fausto Gresini

La carriera di Fausto Gresini

Due volte campione del mondo da pilota in sella alla Garelli nel 1985 e 1987 (intramezzato dal secondo posto del 1986 a soli 8 punti dal compagno di squadra Luca Cadalora) nella categoria 125 in cui disputò tutti i suoi 13 anni di carriera tra MBA (Moto Benelli Armi fondata da Giancarlo Morbidelli), Garelli e Honda. Sfiorò altre due volte il mondiale nel 1991 e nel 1992 co la Honda, titolo perso rispettivamente con i connazionali Luca Cadalora e Alessandro Gramigni.

Sessant’anni compiuti il 23 gennaio, dopo il ritiro (la sua ultima stagione disputata disputata in 125 è nel 1994 con la Honda) nel 1997 decide di iniziare la carriera da manager delle due ruote, fondando il team che porta il suo nome e di cui era team principal: con il suo team hanno conquistato il titolo iridato Daijiro Kato nel 2001 nella categoria 250, Toni Elias nel 2010 in Moto2, Jorge Martin in Moto3 nel 2018 e Matteo Ferrari nel 2019 in MotoE, campionato dedicato alle moto elettriche. Attualmente è presente in MotoGp con l’Aprilia e per lui correva anche Marco Simoncelli, in sella alla Honda, quando morì nel 2011 a Sepang.

Tags

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

Articoli correlati