Ammontano a svariati milioni di euro i danni nelle campagne a causa del maltempo che ha caratterizzato questo inizio di giugno, distruggendo raccolti, sventrando serre, sradicando alberi, allagando campi e provocando frane e smottamenti. Quello che da molti viene considerato un giugno “pazzo” nelle ultime 48 ore lungo tutta la Penisola ha fatto segnare eventi estremi tra cui temporali, grandine e bufere di vento, ben quattro volte superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+336%).
Il dato è emerso dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento all’ultima allerta meteo della protezione civile in mezza Italia, secondo elaborazioni su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD). Si tratta dell’ultima spallata del clima impazzito in una maledetta primavera che è iniziata con il gelo che ha compromesso le fioriture ed è proseguita con il caldo torrido e la siccità per andare a concludersi con le tempeste da nord al sud del Paese.
I danni per i coltivatori italiani sono molto ingenti, al punto tale che in alcuni casi hanno provocato la perdita di un intero anno di lavoro. Tra le coltivazioni più colpite spiccano quelle di mais e della frutta in generale, che devono fare i conti con un netto crollo dei raccolti: ad esempio il raccolto delle pesche nettarine fa segnare un -28%, ben più grave la situazione delle albicocche che deve prendere atto di una drastica riduzione della propria produzione (-58%).
“Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono – eidenzia la Coldiretti – su un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico con 7275 i comuni italiani complessivamente a rischio per frane o alluvioni (il 91,3% del totale). Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione.”
Secondo la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana questi eventi atmosferici estremi si manifestano con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, e infine con sbalzi termici significativi. Fenomeni che compromettono le coltivazioni nei campi con costi superiori ai 14 miliardi di euro in dieci anni, imputabili alle perdite della produzione agricola e ai danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
Norbert Ciuccariello
