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Miart a Milano, nel segno di arte moderna e contemporanea

MILANO. Dopo il vernissage di inaugurazione di ieri con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il Miart apre oggi i battenti a Fieramilanocity e li terrà aperti sino a domenica 7. Alla fiera internazionale di arte moderna e contemporanea sono 185 le gallerie internazionali presenti, da 18 Paesi, a cui si aggiungono quelle italiane. Nella giornata di preview della fiera hanno fatto un giro tra gli stand in cerca di novità anche l’ex allenatore Fabio Capello, l’attore Antonio Albanese e il conduttore Costantino della Gherardesca. “Sono appassionato di arte e sono un piccolissimo collezionista – ha commentato ieri il sindaco -. Non ho pezzi preziosi, ma certamente posso dire che mi piace l’arte moderna e contemporanea”.

Come ormai da tradizione, le tre giornate di apertura al pubblico di Miart sono l’occasione per oltre 40 artisti, curatori e direttori di musei, collezionisti, designer e scrittori internazionali di dare vita a conversazioni e tavole rotonde attorno a un tema unificante che, per l’edizione del 2019, è “Il bene comune”. Insieme con i relatori, verranno approfonditi questi temi in relazioni ai 3 assi principali di Miart, ovvero l’arte contemporanea, l’arte moderna e il design.

Le sezioni di questa edizione 2019 sono sette. Si parte con Established Contemporary e Established Masters, le due sezioni dedicate alle mostre monografiche e poi Generations, con diverse indagini artistiche. Decades è, invece, una sezione particolare che dà vita a un percorso che attraversa il Ventesimo secolo partendo dagli anni ’20 per arrivare agli anni ’90, mentre Emergent è dedicata alle gallerie emergenti. E, ancora, On Demand che prota al centro di molte opere il rapporto tra politica, identità e rappresentazione mentre Object è una sezione dedicata all gallerie attive nel campo del design da collezione e in edizione limitata.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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