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Milano, tangenti sugli appalti della metro per 150 milioni: 13 arresti

C’è un giro di tangenti per truccare 8 appalti da 150 milioni di euro per la fornitura dei sistemi di segnalamento della metropolitana di Milano al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura di Milano. Le indagini hanno portato all’arresto di 13 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio.

Tra gli arresti più illustri spicca la figura di Paolo Bellini, dirigente Atm, responsabile degli impianti di segnalamento e automazione delle linee metropolitane. All’uomo vengono contestate presunte tangenti per un valore di 125mila euro incassate tra il 2018 e il 2019. In totale risultano indagate trenta persone e otto società. Tra gli arrestati due manager di Alstom Ferroviaria e uno di Siemens Mobility. Gli arresti sono stati eseguiti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano.

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Le indagini, spiega il procuratore di Milano Francesco Greco, “hanno accertato l’esistenza di un sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm spa gravitante attorno alla figura” di Paolo Bellini, “pubblico ufficiale con il ruolo di Responsabile dell’Unità amministrativa complessa sugli impianti di segnalamento e automazione delle linee metropolitane 1,2, 3 e 5“, e “alle società Ivm srl e Mad System srl“, create da Bellini per interferire negli appalti.

Nell’indagine, spiega Greco, sono stati anche raccolti elementi su un “episodio di corruzione” del 2006 per “l’assegnazione dell’appalto relativo al sistema di segnalamento” della linea M1, la ‘rossa’, “nel cui contesto sono emerse le recenti criticità (frenate brusche d’emergenza)”. Non a caso la Procura di Milano ha aperto le indagini sulle frenate con feriti che si sono ripetute per mesi sulla metro. Del sistema di sicurezza se ne occupa Alstom, società indagata nell’inchiesta sugli appalti.

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