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Morte sospetta della modella Fadil: chiesta l’archiviazione dell’inchiesta

MILANO. Potrebbe essere messa la parola fine sul caso della morte di Imane Fadil, l’ex modella 34enne testimone chiave dell’accusa di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. La sua vicenda per mesi è rimasta avvolta dal mistero. All’inizio si pensava che la ragazza fosse stata avvelenata con sostanze radioattive. In effetti, dai primi accertamenti su un campione di urine di Imane Fadil era stato “individuato un movimento positivo relativo alle onde alfa con una frequenza radioattiva vicina a quella del polonio”, dovuto però, si accerterà in seguito, ad una anomalia del sistema utilizzato per effettuare l’autopsia.

I pm di Milano, Tiziana Siciliano, Antonia Pavan e Luca Gaio hanno infatti chiesto oggi l’archiviazione dell’inchiesta aperta per omicidio volontario, spiegando che è cosa ormai certa che la ragazza sia deceduta a causa di una aplasia midollare lo scorso marzo dopo un mese di agonia all’ospedale Humanitas di Rozzano. I pubblici ministeri hanno anche escluso responsabilità medica. Intanto, i familiari della giovane, di origine marocchina, stanno valutando di opporsi alla richiesta di archiviazione, come già emerso nei giorni scorsi quando è arrivata la notizia dell’annullamento del funerale della modella affinché potesse essere sottoposta ad una nuova perizia.

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