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‘Ndrangheta, blitz dei carabinieri in tutta Italia: 78 arresti

Dall’alba di questa mattina in diverse regioni d’Italia è in corso una maxi operazione congiunta da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza contro alcune famiglie di spicco dell’ndrangheta. Le cosche colpite sono i Bellocco di Rosarno, gli Spada di Ostia, i Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro. In totale sono state arrestate 78 persone.

All’operazione hanno partecipato circa 1.000 carabinieri di Reggio Calabria, che in 16 province italiane, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e dalle varie articolazioni territoriali.

Le attività di polizia giudiziaria sono state estese, col supporto dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nelle province di Brescia, Bergamo, Como, Varese, Monza Brianza, Roma, Chieti, Reggio Calabria e Siracusa, dove sono in corso numerose perquisizioni attuate anche mediante l’ausilio delle unità cinofile specializzate nella ricerca e nel sequestro di valuta (“cash dog”) della Guardia di Finanza.

L’operazione in Calabria

I carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 65 soggetti (47 in carcere, 16 agli arresti domiciliari e 2 sottoposti all’obbligo di dimora), ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria calabrese ha determinato, inoltre, il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore dello sfruttamento delle risorse boschive, utilizzata per agevolare le attività criminali della cosca, il cui valore complessivo è stato stimato in 700mila euro.

Gli arresti nel Nord Italia

Mentre il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia della Guardia di Finanza in collaborazione con il Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri ha eseguito 13 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti (12 in carcere e uno ai domiciliari) indagati a vario titolo per diversi reati tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e in materia di lavoro( quest’ultima imputazione riguarda solo 6 soggetti).

Inoltre è stato disposto un provvedimento di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie dell’importo di oltre 4 milioni di euro, quale profitto dei predetti delitti in materia di imposte sui redditi ed I.V.A. .

'Ndrangheta

Umberto Bellocco, la figura di spicco del clan

Le indagini, partite dal 2018 sulla scia di quanto già accertato nell’indagine ‘Nduja del 2005, hanno permesso di portare alla luce i nuovi equilibri della cosca Bellocco di Rosarno (in provincia di Reggio Calabria) delineandone assetti organizzativi, collegamenti con le omologhe strutture presenti in Calabria e le proiezioni di questa cosca di ‘ndrangheta nel Nord Italia, principalmente legate all’infiltrazione dell’economia legale.

Le attività investigative hanno permesso di individuare nella figura di Umberto Bellocco, classe 1983, già condannato in via definitiva nel 2009 per associazione mafiosa nell’ambito della citata indagine ‘Nduja e nipote dell’omonimo storico capo della cosca rosarnese deceduto nel 2022, l’elemento di vertice della proiezione operante in Lombardia. Nonostante fosse detenuto avrebbe continuato a dirigere le attività illecite della consorteria veicolando direttive ai propri familiari, concorrenti nei reati.

L’uomo di collegamento tra Calabria e Lombardia: l’imprenditore edile

Sono stati pure individuati i terminali calabresi, situati a Rosarno, della struttura criminale lombarda che concorrevano nella gestione delle molteplici attività economiche di interesse del sodalizio realizzate prevalentemente tramite un imprenditore, operante tra Brescia e Bergamo nei settori edile e immobiliare. Questo, si ritiene che abbia fornito un contributo importante per la vita dell’associazione, anche mediante la commissione di delitti tributari e di somministrazione fraudolenta di manodopera, attuati attraverso un articolato circuito di società cartiere deputate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

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