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Pantelleria, Favignana e Salina: isole pioniere dell’energia pulita

PALERMO. Salina, Favignana e Pantelleria: saranno loro le tre isole siciliane le pioniere nel passaggio dai combustibili fossili all’energia pulita. E faranno parte delle 26 isole europee selezionate per ricevere il supporto di Bruxelles – attraverso lo sportello unico “Clean Energy for Eu Islands Secretariat” – nella transizione energetica. Un passaggio che potrà offrire non pochi vantaggi per i tre territori. Dall’autosufficienza nella produzione di energia alla riduzione dei costi anche dei consumi, alla salvaguardia dell’ambiente.

L’isola di Pantelleria; sopra, Favignana

I progetti per ridurre la dipendenza dalle fonti inquinanti come il gasolio e puntare sull’energia di sole, vento e mare sono allo studio da tempo. Ma ora le piccole isole selezionate potranno ricevere sostegno tecnico e consulenza ed essere monitorate per la redazione di un’Agenda per la transizione energetica, in grado di programmare il raggiungimento degli obiettivi e di accedere a sovvenzioni e progetti comunitari. Un percorso di transizione energetica nel quale saranno coinvolti anche istituzioni locali. I vantaggi non sono da sottovalutare: dall’autosufficienza nella produzione di energia alla riduzione dei costi anche dei consumi, alla salvaguardia dell’ambiente. A maggior ragione considerando che Pantelleria è Parco Naturale e Salina è un gioiello nel patrimonio Unesco. Quest’ultima, con i suoi tre piccoli centri abitati e circa 2.500 abitanti distribuiti su 26 km2, è la seconda isola più grande dell’Arcipelago delle Eolie. E anche la più verde.

Salina vive di turismo, piccola agricoltura e pesca artigianale. Ma questo piccolo paradiso che è stato il set del film “il postino” con Massimo Troisi ha un problema: ogni anno consuma 1.800 tonnellate di gasolio e gas di petrolio liquefatto – che rappresentano oltre il 70% del consumo energetico dell’isola – e le emissioni di carbonio di Salina ammontano a quasi 6.000 tonnellate di CO2 all’anno. Al Clean Energy for EU Islands Secretariat sottolineano che “la maggior parte delle case di Salina sono state costruite prima del 1960 e, sebbene il loro stile sia parte del fascino dell’isola, il rendimento energetico di queste case è estremamente povero. Questo porta a bollette elettriche elevate per gli abitanti dell’isola, poiché parte dell’energia deve essere importata dalla terraferma. Il trasporto pubblico sull’isola è gestito da una società di proprietà dei tre Comuni. E’ coperto da minibus alimentati a diesel, che emettono circa 135 tonnellate di CO2 all’anno. Il carburante per le auto sulle isole, così come l’acqua potabile, viene portato a Salina in nave, che è anche il principale mezzo di trasporto da e verso l’isola”.

L’isola di Salina

Complessivamente, sono più di 2.200 le isole abitate nell’Unione Europea dove, nonostante l’abbondanza di fonti di energia rinnovabile (eolica, solare e dal moto ondoso), l’approvvigionamento energetico per il loro fabbisogno dipende da costose importazioni di combustibili fossili. Carburanti che peraltro possono non arrivare a destinazione quando ad esempio c’è mare agitato, rileva Giuliana Mattiazzo, vice rettore al trasferimento tecnologico del Politecnico di Torino, da anni attivo nella sperimentazione di fonti energetiche alternative a Pantelleria, dove c’è una centrale a gasolio.

In ogni caso, “non ci sarà l’annullamento del gasolio con un passaggio netto alle energie verdi ma quanto meno sarà migliorato il mix”, spiega Giuliana Mattiazzo. A sostenere Pantelleria nel percorso di transizione energetica ci sono anche istituzioni e associazioni di promozione locali (Comune di Pantelleria, Parco Nazionale Isola di Pantelleria, Associazione di Promozione Sociale Resilea, Cantina Basile).

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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