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Peste suina, Coldiretti denuncia: frontiere Ue colabrodo

Sotto accusa c’è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale pericoloso ai confini olandesi“. Queste le prime affermazioni del presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento al maxi sequestro effettuato dalla guardia di Finanza di Padova, in collaborazione con l’Asl, di 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina. Nonostante l’operazione sia stata elogiata, il numero uno dell’associazione dei coltivatori diretti ha evidenziato come si renda necessaria l’entrata in vigore del decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate. Delibera già disponibile dopo l’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni.

Pradini ha inoltre ha denunciato gravi ritardi a livello nazionale causati a suo modo di vedere “da una burocrazia che non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori in una situazione in cui l’Italia importa ogni anno dall’estero circa 1 miliardo di chili di carni suine fresche e congelate”.

peste suina

L’azione più urgente da intraprendere sarebbe quella di dare il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina al fine di garantire la massima trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi. Il provvedimento prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).

Mentre quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo quando ricorrano le condizioni del presente comma e la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

Il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine su tutti i salumi tutela un settore nazionale che vale secondo Coldiretti 20 miliardi di euro ed è atteso dal 93% degli italiani che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti e dire finalmente basta all’inganno di prosciutti e salami fatti con carne straniera ma spacciati per ‘Made in Italy‘, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.

Secondo i vertici di Coldiretti “l’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie“. Non a caso l’associazione è stata capofila nella raccolta di 1,1 milioni di firme di cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa assieme ad altre organizzazioni europee.

La peste suina africana – sottolinea Coldiretti – è una malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali. Questo virus può essere trasmesso facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali, ecc.) o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo. Considerata dunque la facilità di trasmissione – conclude Coldiretti – il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno.

Norbert Ciuccariello

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Norbert Ciuccariello

Classe 1976, fondatore del quotidiano web nazionale il Valore Italiano e del quotidiano locale Torino Top News. Oltre a ricoprire l'incarico di editore e giornalista pubblicista è un imprenditore impegnato nel settore della moda e della contabilità.

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