PECHINO. “Non sono d’accordo per l’uso della parola ‘repressione’. Penso che in questi ultimi 30 anni, lo stabile processo di riforme e di sviluppo, e i risultati che sono stati raggiunti siano la risposta a questa domanda“.
Così il portavoce del ministero della Difesa cinese Wu Qian ha risposto, nella conferenza stampa mensile, a chi gli chiedeva se l’Esercito di liberazione popolare avesse in programma di commemorare la “repressione” del 4 giugno 1989, la normalizzazione nel sangue della protesta pro-democrazia degli studenti di piazza Tiananmen.