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Quattordici anni fa l’ultimo giorno di “naja” in Italia

«Rimetterei sei o sette mesi di servizio civile e militare, lì si impara a stare al mondo», affermava il ministro dell’Interno Matteo Salvini a inizio 2019, 14 anni dopo la fine della “naja”, avvenuta il 30 luglio 2005, ultimo giorno sulla carta. Il servizio militare di leva in Italia è stato infatti abolito con una legge: il decreto del Ministero della Difesa del 20 settembre 2004 fissò al 30 settembre 2004 il termine delle visite di leva, e il successivo decreto legge 30 giugno 2005, n. 115 – convertito in legge 17 agosto 2005, n. 168 – introdusse la possibilità, a decorrere dal primo luglio, per il personale in servizio espletante sia il servizio di leva sia il servizio civile sostitutivo, di poterne cessare anticipatamente la prestazione, con apposita domanda.

soldatesse, servizio militare

La legge attuale della Repubblica italiana prevede l’obbligatorietà del servizio militare solo in caso di guerra, o se il personale volontario in servizio è insufficiente e non è possibile colmare le vacanze di organico, e se l’Italia venisse coinvolta in una grave crisi internazionale che giustificherebbe un aumento della consistenza numerica delle Forze armate. Istituito nello stato unitario italiano con la nascita del Regno d’Italia, e confermato in seguito con la nascita della Repubblica italiana, il servizio militare obbligatorio ha operato dal 1861 per oltre 100 anni.

Pietro Pinna nel 1948 rifiutò di prestare il servizio di leva, scontando 18 mesi di carcere

Durante il primo conflitto mondiale si diffuse il termine dispregiativo “naja”, forse inteso come tenaglia, a indicare la vita militare di giovani ragazzi lontani dagli affetti, e costretti a sottostare a un regime militare. Questi i motivi dei primi episodi di obiezione di coscienza – il rifiuto di ottemperare a un dovere, imposto dall’ordinamento giuridico, o comunque contrario alle convinzioni di una persona – che si verificarono nel corso della Prima Guerra Mondiale, ma solo nel 1972 si arrivò ad avere una legge in merito, “Norme per il riconoscimento della obiezione di coscienza”, e l’istituzione del servizio civile, obbligatorio, ma alternativo a quello militare. Inoltre, nel 1999 fu emanata una legge che introduceva il servizio militare femminile volontario.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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