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Regifting, l’arte di riciclare i regali in maniera intelligente

Potrebbe parlarsene poco, per imbarazzo o per non voler sentirsi giudicati, ma un’abitudine ormai consolidata e molto diffusa è quella di “sbarazzarsi” di oggetti inutili o inutilizzati e questo succede anche con i regali che ci vengono fatti. Questi potrebbero non essere di nostro gradimento, così come potrebbero non servire oppure non andare bene, ma sarebbe uno spreco gettarli direttamente nel cassonetto dei rifiuti.

Fare e ricevere regali, in genere, lo si fa con le migliori intenzioni, ma non sempre un dono fatto o ricevuto può piacere. D’altro canto, come si suol dire: “è il pensiero quello che conta”.

Il Natale è appena trascorso e potremmo aver ricevuto dei doni di cui non sappiamo cosa farne: potrebbe essere un profumo che non piace o a cui si è intolleranti, un romanzo ad una persona appassionata di libri gialli, una sciarpa di un tessuto che può dare irritazione, una maglia o un paio di pantaloni di taglia sbagliata, oppure semplicemente ricevere due regali identici o qualcosa che si ha già, quindi avere così dei doppioni.

Secondo alcune ricerche, sembra che più di un terzo degli italiani ricicli i regali di Natale, una pratica considerata poco carina, ma che consentirebbe di risparmiare e, se si ha fortuna, di indovinare la preferenza di un’altra persona. Ed ecco che si parla di “regifting”.

Che cos’è il regifting?

Regifting, ovvero “ri-donare”, è la pratica di riciclare un dono, molto diffusa negli Stati Uniti. Secondo quanto riporta uno studio pubblicato sul Journal of Consumer Behaviour, il problema dell’argomento – considerato come un “taboo” – nascerebbe dalla cultura popolare ed è principalmente nella testa di chi ricicla un regalo. Infatti chi descrive il comportamento di chi utilizza questa pratica usa termini come: pigro, vergognoso, irrispettoso e sconsiderato.

Sembra che le persone diano molto più peso alle prerogative negative derivanti da questa pratica anziché soffermarsi e considerarne gli aspetti positivi di questa, a partire dalla felicità di chi saprebbe apprezzarlo e dalla riduzione degli sprechi.

A meno che non si voglia rivendere o riciclare un oggetto a noi donato a qualcuno a cui potrebbe piacere, con la tecnica dei regifting anziché gettarlo nei rifiuti sarà possibile dare nuova vita al proprio regalo: modificandone alcune sue parti od il suo utilizzo in modo creativo, oppure donandolo ai meno fortunati.

La cosa fondamentale sarà però “riciclare” il proprio regalo, natalizio e non, in modo accorto per non trovarsi in imbarazzo e per non offendere la persona che, con le migliori intenzioni, ce lo ha donato. Vediamo alcuni modi per un giusto riciclaggio.

regifting

Il regifting intelligente, alcuni consigli utili

Il regifting può essere un’arte, ciò che occorre però è imparare a riciclare i regali con sensibilità ed eleganza.

Elenchiamo quindi alcuni suggerimenti utili forniti da coloro che hanno esperienza di questa pratica, validi per qualsiasi occasione:

  • Assicurarsi che l’oggetto da ridonare sia perfettamente integro e funzionante, in ogni sua parte;
  • Controllare che sull’oggetto non vi siano scritte compromettenti, ad esempio “articolo omaggio” o “non destinato alla vendita”;
  • Accertarsi di eventuali date di scadenza dell’oggetto, come nel caso di alimenti e di cosmetici;
  • Verificare che non vi siano riportate le proprie iniziali sull’oggetto, in tal caso bisognerà stare attenti e regalarlo a qualcuno che abbia le medesime iniziali;
  • È consigliato impacchettare l’oggetto da ridonare con una nuova carta regalo o con una nuova busta regalo;
  • Valutare la carta regalo più adatta al periodo, per esempio evitare la carta natalizia per una ricorrenza in un mese estivo;
  • Avere l’accortezza di ricordarsi la persona che ce lo ha donato, per evitare di riciclarlo allo stesso mittente o a persone con cui quest’ultimo potrebbe avere contatti diretti. In caso di insicurezza sarebbe opportuno non azzardare;
  • Decidere con cura la persona a cui potrebbe piacere ricevere l’oggetto in questione (considerando la sua personalità e le sue preferenze), ricordandosi di non donarlo alla persona con cui ci si potrebbe essere lamentati del dono ricevuto;
  • Valutare il momento del riciclo del dono, qualora questo non fosse a tema natalizio sarebbe quindi suggerito non tenerlo in casa fino alle feste successive, ma approfittare di altre ricorrenze come compleanni, feste, ricorrenze, etc.;
  • Non ferire i sentimenti, sarebbe consigliato non riciclare un dono estremamente personalizzato o che aveva un significato speciale.

Un ultimo suggerimento, ma non ultimo per importanza, sarebbe quello di considerare la beneficenza. Una buona azione a livello sociale vale molto di più di un semplice “regalo riciclato”.

Conclusioni

Talvolta capita di riciclare o di avere il sospetto di aver ricevuto in regalo un dono riciclato, ma ciò non significa che questo non possa essere davvero apprezzato dal nuovo destinatario.

Spesso durante i periodi festivi, come ad esempio quello natalizio, si ricevono molti doni e non sempre questi rispecchiano le proprie preferenze o desideri, così come vi è la possibilità di ricevere dei regali doppi.

Non è carino offendere la persona che ci ha regalato qualcosa che reputiamo non di nostro gusto, ma è anche vero che si cercherà una soluzione per poter usufruire di quel qualcosa. Quindi cosa fare dei regali inutilizzati, non graditi o doppi? Li si può cestinare, rivendere, dimenticarsene riponendoli in un armadio, se possibile donarli in beneficenza oppure riciclarli ad altri.

In caso di riciclo di un dono è comunque fondamentale trovare la persona giusta a cui destinare questo e muoversi in maniera intelligente.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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