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Scagionato dalle accuse il rampollo dell’inventore della Red Bull

BANGKOK. La magistratura thailandese ha ritirato le accuse contro Vorayuth Yoovidhya (35 anni), nipote dell’inventore della bevanda Red Bull e figlio del secondo uomo più ricco del Paese, in un caso relativo alla collisione stradale in cui morì un poliziotto thailandese nel 2012 travolto dalla Ferrari guidata dal giovane, in sospetto stato di ebbrezza e sotto l’influenza di droghe.

    Alla Cnn, un portavoce della polizia ha ammesso che il mandato di arresto contro Vorayuth è stato revocato dopo che l’Ufficio del procuratore generale ha deciso il mese scorso di abbandonare il procedimento.
    Il caso è diventato il simbolo dell’impunità di cui gode l’élite in Thailandia, in un procedimento-farsa in cui i tempi si dilatavano dietro svariati pretesti e le forze dell’ordine non davano mai l’impressione di voler veramente andare fino in fondo. Vorayuth, arrecando una serie di scuse per non presentarsi agli interrogatori, vive all’estero da allora ed è stato visto più volte ad eventi mondani, specie relativi alle grandi corse automobilistiche.
    Il defunto nonno di Vorayuth, Chaleo Yoovidhya, inventò la formula dell’originale bevanda energetica (“Krating Daeng” in thailandese). Nel 1987 iniziò una partnership con l’austriaco Dieter Mateschitz, lanciando il marchio “Red Bull” diventato poi famoso nel mondo.

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