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Scuola, i sindacati all’attacco chiudono all’angolo il ministro Azzolina

ROMA. “Per la ripresa delle attività scolastiche in presenza non basta stabilire una data, bisogna fare in modo che ci siano le condizioni per rientrare in sicurezza ma ciò non sta avvenendo proprio sul fattore su cui andrebbe posta maggiore attenzione, cioè il trasporto pubblico. Se i trasporti non sono in grado di reggere il volume di traffico degli studenti e le scuole sono costrette a differenziare gli orari di ingresso e di uscita, è impossibile rispettare il criterio del 75% in presenza.

Viene scaricato sulle scuole un problema che non avranno alcuna possibilità di risolvere”. Così la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. “Se c’è da ragionare sui trasporti non lo si puo’ fare solo dal punto di vista nazionale, ogni territorio ha le sue esigenze, i tavoli con i prefetti ci aiutano a risolvere le criticità. Inoltre come ministero abbiamo chiesto una corsia preferenziale per la scuola per i tamponi”. Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in una diretta Fb. Si pensa di chiudere le scuole o di non riaprirle il 7 gennaio “perché è la via più semplice e perché non sono stati risolti i problemi che dovevano essere affrontati. La verità è che siamo di fronte all’ennesimo fallimento del sistema Paese sulla scuola; non è stato fatto nulla in questi mesi: le prime responsabilità sono delle Regioni. A fare le spese della terza ondata è sempre la scuola”. A sostenerlo è Francesco Sinopoli che guida la Flc Cgil. “Anche in legge di bilancio non c’è nulla per affrontare una emergenza che durerà mesi: corsie preferenziali per i tamponi non ci sono state, né organico in più”.

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