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Serie B, dai diritti tv ai soldi per club: quanto vale la serie cadetta

La questione diritti televisivi riguardo la Serie B potrebbe aprire a nuovi scenari anche per quanto riguarda il massimo campionato italiano. L’idea di non concedere l’esclusiva ad una sola emittente era già stata proposta dall’ad del Monza Adriano Galliani, quando i brianzoli lottavano per la promozione in A, e ora prende quota per la Serie B. La cadetteria ha infatti rescisso il contratto in essere con Helbiz, ufficialmente per inadempienza della società dopo che voci del genere si erano rincorse per mesi, senza mai essere smentite ufficialmente. Per la stagione attualmente in corso, la 2023/2024, sono Sky e DAZN a dividersi il pacchetto per la trasmissione del secondo campionato italiano.

Diversi, perciò, i cambiamenti anche riguardo ad un discorso economico, centrale per i club che popolano il campionato. Sky (con trasmissione satellitare) offre il pagamento di 16 milioni mentre DAZN (con trasmissione in streaming) garantisce 12 milioni, in entrambi i casi andrà poi aggiunta l’iva. Sommando tutto, pertanto, la cadetteria potrà contare su circa 40 milioni di introiti per la trasmissione dell’intera stagione. L’ultimo anno di contratto, a causa dei problemi con Helbiz, ha di fatto causato una perdita di 6 milioni di euro. Facendo però un computo complessivo del triennio, che era la durata del contratto firmato, l’incremento è evidente: 132 milioni contro i 75 milioni dei tre anni precedenti.

Per quanto riguarda la ripartizione tra i club della somma complessiva, il 75% viene suddiviso egualmente tra tutte le squadre che partecipano al campionato. Il rimanente 25% è invece assegnato in base ad una graduatoria stilata secondo i risultati delle compagini. La differenza è però abissale rispetto ai numeri che circolano nella Serie A, che resta (è bene precisarlo) ben lontana dai numeri generati da altre realtà come la Premier League ad esempio. Nel massimo campionato italiano la cifra che deve essere distribuita tra i club per il prossimo triennio è pari a 940 milioni di euro.

Guardando però il valore di mercato delle rose che popolano la Serie B, è lecito comprendere come il valore della vendita dei diritti televisivi sia così modesto. La compagine che risulta avere il valore più alto è il Parma, per un totale di 53,65 milioni di euro, e non può essere un caso che, dando uno sguardo alle quote sul vincitore della Serie B, siano proprio i crociati ad occupare le prime posizioni della griglia dei favoriti. Si scende a 9 milioni per il fanalino di coda della cadetteria, il Lecco. È evidente che ad una minor disponibilità di investimento consegue una minore attrattiva, prima di tutto a livello nazionale e poi, ancor più marcatamente, a livello internazionale.

Le serie minori, infatti, possono rappresentare una risorsa non da poco per le emittenti televisive, come dimostra il caso di Sky a proposito dei campionati inglesi, tutti eccetto la Premier League. SkySportsTV, infatti, avrebbe presentato un’offerta più che allettante (circa un miliardo, ben superiore rispetto agli attuali 680 milioni di euro per cinque anni) riguardo la trasmissione di Championship, League One e League Two.

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