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Soldi, banche e fisco: tre esperti offrono la loro ricetta

Proponiamo un interessante dialogo a tre voci di noti esperti del calibro dei professori Orlando Formica, Alessandro Meluzzi e Serafino Di Loreto: che spiegano a che punto è giunto il rapporto di equità ed efficacia, tra Stato, banche, cittadini e contribuenti

In un’Italia che è vicina al rischio terza recessione, ove complesse sono le relazioni fra i soggetti e gli attori di mercato, sociali ed economici che lo compongono, diventa dunque fondamentale trovare nuovi stimoli e altrettanti punti d’intesa. Cominciamo con il professor e avvocato Serafino Di Loreto
Banche e Fisco ingiusti costituiscono una delle spade di Damocle del Paese. Il difficile equilibrio tra poteri forti economici e italiani onesti è minato da un livello profondo di contenzioso con due pesi e due misure, costantemente sbilanciato a favore degli istituti di credito, e dei grandi gruppi industriali e lobby di potere a essi correlati. Sono i piccoli correntisti a fare le spese dei maxi errori e delle scelte strategiche e politiche errate dei grandi manager ai vertici della banche. Mentre Bankitalia, il controllore, è controllato a sua volta dalle controllate, le banche, che ne detengono ben oltre il 70% del capitale sociale”, spiega il professor Di Loreto, dal 2010 sempre in prima linea su scala nazionale nella lotta legale alle iniquità del sistema fiscale e creditizio italiano, avendo fondato ‘Sdl Centrostudi’, il primo Team italiano attivo sul fronte del riequilibrio legale delle partite dare-avere tra cittadini e poteri forti economici e fiscali.
Serafino Di Loreto approfondisce: “Quanto accaduto negli ultimi mesi, maxi-processo per il crack delle banche venete ‘Popolare di Vicenza’ e ‘Veneto Banca’ incluso, aiuta a spiegare sia l’allargamento dello spread, quindi del premio per il rischio richiesto verso asset italiani, che il rallentamento nell’andamento del pil, oggetto di una preoccupante decrescita dello 0,1% nel terzo trimestre dell’anno. E minori investimenti equivale a un rallentamento ulteriore nella dinamica della crescita della ricchezza nazionale, per la semplice ragione che le aspettative di investimento, una volta formatesi, tedono a rimanere stabili nella loro posizione per qualche tempo. Un po’ come lo spread, che una volta raggiunta quota 300 necessita di molti mesi prima di ridiscendere in area 130/150 punti base”.

Con il professor Alessandro Meluzzi, stimato psichiatra e tanto altro, affrontiamo il rapporto con i soldi.
Il rapporto degli uomini col denaro rappresenta la croce e la benedizione, come il rapporto con la natura. Non si tratta né di santificare, né di demonizzare la finanza. Ma quando questo rapporto viene inquinato dalla perdita di libertà e di dignità perché i padroni del denaro, che si chiamino Stato, fisco, banche, finanza internazionale, riducono attraverso il denaro gli uomini liberi in schiavi, allora la faccenda diventa diabolica attraverso le catene del debito”.
Alessandro Meluzzi, noto opinionista tv, scrittore, saggista e criminologo sempre attento ai fenomeni del cambiamento prosegue “Ogni intervento di buon governo che spezzi queste catene e restituisca al denaro la sua funzione di mezzo e non di fine recupera elementi di equità e di giustizia. Lo stesso vale per gli operatori privati che si battono affinchè ciò sia possibile. Parliamo dunque di questioni complesse, ma non per questo irrisolvibili. Il provvedimento della pace fiscale e le misure economiche di questo governo vanno sicuramente nella direzione giusta, poiché considerano l’uomo come un fine e non un mezzo strumentale. E l’economia un mercato di saggezza, ma non uno strumento di oppressione e di sfruttamento”.
Il professor Meluzzi conclude “Ribadisco indiscutibilmente che coloro che fra gli operatori del diritto, come la stimata case history bresciana, aiutano i cittadini a difendersi dall’oppressione fiscale e da quella bancaria e creditizia sono benemeriti, in quanto ricorrono all’impiego virtuoso della legge nella difesa del più debole, nella prospettiva di recuperare dignità e civiltà alla indiscutibile centralità della persona umana”.

Prof. Orlando Formica

Altrettanto preziose e autorevoli sono anche le parole del professor Orlando Formica, Garante per il Contribuente della Regione Autonoma della Valle D’Aosta: “Il Garante per il Contribuente delle Regioni d’Italia è preposto a una funzione di mediazione informale tra Fisco e contribuenti. A fronte di atti palesemente illegittimi emanati dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di imprese e famiglie, il nostro Ufficio può attivare l’ “autotutela” a seguito di motivata istanza. L’Amministrazione può modificare totalmente o parzialmente l’atto, o confermarlo. Per quanto concerne le criticità presenti sul rapporto Stato-Contribuente queste sono state in parte superate con nuovi istituti vigenti quali l’ “accertamento con adesione” e il “contraddittorio preventivo”. Certo è che Fisco e contribuente si muovono su piani diversi e contrapposti. Il primo quale soggetto passivo impositore, il secondo invece quale soggetto attivo che produce, lavora, investe, risparmia, consuma e che “subisce” i tributi”.
Il professor Orlando Formica conclude dicendo“E’ importante sottolineare la necessità di meccanismi impositivi equi, trasparenti, che non appesantiscano con eccessivi pesi (tasse, imposte, contributi) la gestione dell’operatività dei soggetti economici che producono il reddito nazionale. Per quanto concerne le banche, è essenziale la loro funzione creditizia volta preliminarmente alla raccolta del risparmio (e alla sua salvaguardia) e all’erogazione dei mutui prevalentemente all’economia reale per gli investimenti e la stessa esistenza e nella prospettiva dello scambio di beni e servizi”.

Intervista di Maurizio Scandurra

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