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Sono 18 i miliardi che la GdF ha sequestrato alla mafia in cinque anni

ROMA. Giovanni Falcone, e di seguito Paolo Borsellino, capirono che per colpire duramente la mafia, o le cosche in generale, dovevano essere colpiti gli averi i soldi che permettevano di comperare politici, “soldati” bocche cucite, conniventi e tutto il resto. Negli ultimi cinque anni la Guardia di Finanza ha sottratto alla criminalità organizzata beni mobili e immobili per 18 miliardi di euro, una cifra che corrisponde ad oltre l’1% del Pil. Dai dati delle Fiamme Gialle emerge che dal 2015 ad oggi sono infatti stati confiscati beni per circa 7 miliardi – che sono rientrati definitivamente nelle casse dello Stato – mentre i sequestri ammontano a quasi 11 miliardi. Confische e sequestri sono il risultato di oltre 10mila accertamenti svolti dai finanzieri, con una media di più di cinque al giorno, e di circa un milione di attività ispettive all’anno.

Complessivamente, nei cinque anni presi in esame, gli accertamenti patrimoniali delle Fiamme Gialle hanno riguardato 55mila soggetti, 30 al giorno. A risaltare, soprattutto, è il dato delle confische: dire che 7 miliardi di euro sono stati confiscati alla criminalità economico-finanziaria equivale, infatti, ad affermare che i beni sono stati sottratti in maniera definitiva alle “mafie” e acquisiti, altrettanto definitivamente, dallo Stato. Risultati, questi, che sono il prodotto di oltre 10.000 accertamenti (5,5 in media al giorno) e di investigazioni patrimoniali nei confronti di 55 mila soggetti, tanti quanti gli abitanti, ad esempio, di cittadine italiane come Avellino, Sanremo o Anzio. Del resto l’aggressione patrimoniale – quella cioè che consente di privare l’organizzazione delle energie necessarie al suo sostentamento, di alimentarsi, quindi, e di sopravvivere – costituisce da sempre il tratto distintivo dell’azione del Corpo che, negli anni, ha saputo potenziare e affinare la propria capacità di intercettare gli interessi imprenditoriali, economici e finanziari della criminalità, non solo organizzata, ma anche nella sua più evoluta veste “economico-finanziaria”.

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