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Sospettata dell’omicidio del fratello di Kim Jong-un, condannata

BANGKOK. L’unica sospettata rimasta per l’omicidio di Kim Jong-nam, fratello del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, è stata condannata oggi con l’accusa di “aver causato danno con un’arma pericolosa”, ossia il gas nervino, un capo d’imputazione meno grave di quello iniziale di omicidio, e che secondo il suo avvocato potrebbe verosimilmente portare a una sua scarcerazione già il mese prossimo.

La vietnamita Doan Thi Huong, rimasta l’unica alla sbarra dopo il rilascio dell’indonesiana che aveva agito per lei dopo essere stata persuasa dai nordcoreani, è stata condannata a tre anni e quattro mesi di reclusione a partire dal momento del suo arresto, nel febbraio 2017. L’avvocato si attende una riduzione della pena di un terzo per buona condotta, il che porterebbe a un ritorno in libertà a maggio. Le telecamere dell’aeroporto di Kuala Lumpur avevano ripreso la donna mentre sorprendeva Kim alle spalle il 13 febbraio 2017. Poche ore dopo l’uomo era morto.

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