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Sprechi alimentari, oltre 1 italiano su 2 si è dimostrato più virtuoso

Il 54% degli italiani (oltre un italiano su due) ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixé diffusa in occasione della prima Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari di martedì 29 settembre.

Si sono registrati dati positivi sul piano della riduzione dello spreco alimentare, incoraggiati anche dall’emergenza coronavirus che ha costretto gli italiani nelle case, tra lockdown e smart working, che probabilmente ha fatto emergere una maggiore consapevolezza sul valore del cibo grazie ad un notevole aumento del tempo passato in cucina, il ritorno del fai da te, la riscoperta del piatti con gli avanzi e la preparazione delle conserve.

Sprechi alimentari
(Twitter)

«Il risparmio del cibo non è solo un problema etico ma che determina anche – precisa la Coldiretti – effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.»

In Italia si sprecano circa 36 kg all’anno a persona.

Lo spreco alimentare nelle case degli italiani ammonta a circa 36 kg all’anno pro capite e cresce durante l’estate con l’aumento delle temperature che rendono più difficile la conservazione dei cibi. Tra gli alimenti più colpiti svettano infatti verdura e frutta fresca, seguite da pane fresco, cipolle e aglio, latte e yogurt, formaggi, salse e sughi.

Le soluzioni degli italiani: spesa oculata, cucinare con gli avanzi, maggiore attenzione alle etichette e beneficenza

L’indagine Coldiretti/Ixè spiega come nelle case degli italiani si stiano adottando diverse interessanti soluzioni per contenere lo spreco di cibo: la strategia più diffusa (74%) è quella di una spesa più oculata acquistando solo quello che serve. Nel 38% dei casi invece si torna all’antica tradizione italiana e contadina di usare quello che avanza per il pasto successivo.

In 1 caso su 4 (25%) si cerca di fare più attenzione alla scadenza dei prodotti oppure riducendo le quantità acquistate (24%) evitando così di riempire il carrello con cibo che non serve o che rischia di rovinarsi a forza di stare nel frigo o nella dispensa senza essere toccato. Esiste poi una quota del 7% che sceglie di donare in beneficienza i prodotti alimentari non consumati.

Ogni settimana in pattumiera 6 miliardi e mezzo di cibo

«Nonostante la maggiore attenzione il problema resta però rilevante – conclude la Coldiretti – con ogni famiglia italiana che getta nella spazzatura cibo per un valore di 4,91 euro la settimana, per un totale di 6,5 miliardi, che sale notevolmente se si considera l’intera filiera dai campi alla ristorazione, con una riduzione peraltro del 25% dello spreco domestico rispetto all’anno precedente».

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