MOSCA. Gli arresti domiciliari imposti ad Aleksej Navalny nel 2014, e le limitazioni in particolare sulla sua possibilità di comunicare, erano ingiustificati, non proporzionali e utilizzate per limitare le sue attività pubbliche.
L’ha stabilito la Corte di Strasburgo, che ha nuovamente condannato Mosca per il trattamento riservato all’oppositore politico a cui ha accordato un risarcimento di 20 mila euro per danni morali.