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Tornano alla ribalta le finanze maledette di Marcinkus

S’intitola Il caso Marcinkus. Il banchiere di Dio e la lotta di papa Francesco alle finanze maledette l’ultimo volume scritto da Fabio Marchese Ragona, edito da Chiarelettere. Il libro ripercorre le imprese rocambolesche di monsignor Marcinkus, uomo vicinissimo al papa e ai suoi più stretti collaboratori, intimo di ministri e capi di Stato, manager e banchieri, arricchendole di dettagli venuti alla luce solo di recente, di nuove testimonianze e di documenti inediti. Una presentazione del volume è prevista per domani, martedì 22, alle ore 16.30 in Sala Privata del Casinò di Sanremo.

A distanza di trent’anni dall’uscita di scena di Marcinkus, cosa resta di lui nelle stanze del torrione di Niccolò V, sede dell’Istituto per le opere di religione? È vero che lo Ior si è ormai quasi totalmente rinnovato, come assicura il suo attuale presidente, grazie alla vigilanza dell’autorità d’informazione finanziaria della Santa sede e alle nuove normative sulla trasparenza entrate in vigore in Vaticano? Oppure persistono ombre e torbide manovre per ostacolare il cambiamento voluto da papa Francesco? Tante domande alle quali Ragona cerca di dare precise risposte analizzando oltre 50 anni di storia delle finanze maledette del Vaticano, con lo sguardo sempre rivolto all’attualità, fotografando i lati oscuri che ancora rimangono. Di nuovo legati alla gestione del denaro, del potere e degli affari.

L’autore è milanese di nascita ma di origini siciliane, precisamente di Canicattì nell’Agrigentino. negli ultimi anni ha vissuto tra Roma e il capoluogo lombardo. Scrive principalmente di cose vaticane ed è accreditato come vaticanista presso la Sala Stampa della Santa Sede. Collabora con il quotidiano Il Giornale, il settimanale Panorama, e nel 2016 ha scritto “Potere Vaticano“, un pamphlet sulla diplomazia di Papa Francesco. Ha collaborato nel 2015 anche al “Vocabolario di Papa Francesco”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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