• DAL MONDO

Tre morti e trenta feriti nei duri scontri di piazza a La Paz

 LA PAZ. Si è conclusa con un bilancio di tre manifestanti morti e almeno altri 30 feriti una battaglia campale svoltasi ieri nelle vicinanze di un impianto per lo stoccaggio di carburante dell’impresa statale Ypfb a Senkata, vicino a El Alto, in Bolivia. Lo riferisce l’Ufficio del Difensore del popolo boliviano.   L’impianto era stato bloccato da tempo da manifestanti pro-Morales, al punto che nella capitale già era evidente la mancanza di benzina e diesel, per cui in mattinata è scattata una operazione in grande stile delle forze di sicurezza che, con l’utilizzo di armi e lacrimogeni e l’appoggio di elicotteri, hanno avuto ragione della resistenza di chi appoggiava il blocco. In un primo momento si sono solo viste le autocisterne uscire dal deposito con il carburante per dirigersi verso La Paz e poi alcune ambulanze lasciare il luogo degli scontri. Con il passare delle ore però è emersa la durezza della repressione e l’esistenza di morti e feriti. I morti dall’inizio delle proteste e degli scontri sono stati 24, con 550 feriti e decine di arresti. Le ultime gravi violenze si sono verificate venerdì scorso a Sacaba, alla periferia di Chocabamba, quando la polizia ha sparato su una folla di sostenitori di Morales uccidendo dodici persone. La provincia di Chaparé, dove si trova Sacaba, è uno dei principali centri della coltivazione di coca, nonché una delle roccaforti del consenso di Morales, che cominciò la sua carriera pubblica proprio come sindacalista dei cocaleros, i raccoglitori della coca.

Le proteste si sono concentrate anche a La Paz, dove continuano a protestare e a sfilare le persone indio, che in alcune occasioni sono state guidate dalla cosiddetta milizia dei “Poncho Rossi”, formata da riservisti dell’esercito di etnia Aymara, il cui slogan negli ultimi giorni è stato “Ahora sí, guerra civil” (ora sì, guerra civile).

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