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Troppi antibiotici prescritti in Italia. È l’Ocse a dirlo

Appello dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, all’Italia per ridurre la “prescrizione eccessiva di antibiotici”. Nell’ultimo rapporto “Health at a glance” l’organismo internazionale afferma che “la prescrizione di antibiotici attraverso i servizi territoriali è la seconda più alta fra i paesi Ocse, contribuendo potenzialmente a tassi più elevati di resistenza antimicrobica”. La popolazione italiana, pur avendo uno stile di vita sano – rispetto a malattie quali l’obesità, o la dipendenza da alcol, ad esempio -, è in rapido invecchiamento, e in futuro potrebbero esserci carenze di personale medico. Inoltre l’Ocse informa che “A fronte di una spesa sanitaria inferiore alla media, l’Italia ha la quarta più alta aspettativa di vita fra i paesi Ocse, 83 anni alla nascita. Pochi italiani muoiono prematuramente, con 143 decessi per 1000 persone per cause prevenibili, rispetto a una media Ocse di 208. Meno del 6% delle persone valuta la propria salute ‘non buona’, rispetto a una media Ocse dell’8,7%”.

Protocollo 2019 del ministero della Salute
Protocollo 2019 del ministero della Salute

Riguardo agli antibiotici, poi, l’Italia ha il primato delle morti da resistenza, con oltre 10mila decessi ogni anno, su 33 mila circa in Europa. Numerose infezioni si contraggono all’interno delle strutture ospedaliere, dove, su nove milioni di ricoveri in ospedale, ogni anno si riscontrano da 450mila a 700mila casi, pari al 5-8% di tutti i pazienti ricoverati. Nel 2050 le infezioni batteriche saranno la principale causa di decessi. «Qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi, quali polmoniti e sepsi – ha dichiarato il professore Marco Tinelli, presidente del Congresso Amit sulle Malattie Infettive e Tropicali – può essere causato da batteri antibiotico-resistenti. Sembra un paradosso, ma anche una persona che non abbia mai assunto antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti».

antibiotici

L’antibiotico-resistenza (AR) è uno dei principali problemi di sanità pubblica. Nel 2017 il ministero della Salute ha pubblicato il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020, fissando il percorso che le istituzioni nazionali, regionali e locali, devono compiere per un miglior controllo della resistenza agli antibiotici nei prossimi anni, e sottolineando l’importanza della sorveglianza, allo scopo di disporre di  dati validi e rappresentativi per monitorare le resistenze nel tempo. Rafforzare la sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza significa migliorarne la performance e la copertura territoriale, tanto che il 18 gennaio 2019 il ministero della Salute ha emesso la circolare Sistema nazionale di sorveglianza sentinella dell’antibiotico-resistenza (AR-ISS) – Protocollo 2019, cha aggiorna il protocollo della sorveglianza AR-ISS, attiva dal 2001 con il coordinamento dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

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