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Turismo straniero, l’Italia supera per presenze la Francia

ROMA. I turismo rimane uno dei settori trainanti del nostro Paese. I dati dello scorso anno forniti dall’Enit sono confortanti e quelli previsti nel 2019 non dovrebbero discostarsi di molto. Anzi è ipotizzabile un’ulteriore crescita. “Il settore conta quasi 429 milioni di presenze e muove 41,7 miliardi di spesa degli stranieri nel nostro Paese – ha detto il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci alla presentazione del piano triennale dell’Ente che si sta svolgendo a Roma alla presenza del ministro Gian Marco Centinaio – . E ora ha finalmente l’attenzione che merita perché è cambiata la visione e l’approccio all’industria del turismo. In termini di presenze estere l’Italia con 216,5 milioni di pernottamenti totalizzati nel 2018 supera la Francia (140,7 milioni e +5,4%) e cresce del 2.8% a differenza della Spagna (301 milioni ma con -1,6%), che pur essendo prima nel confronto europeo, è in flessione rispetto al 2017″.

Da parte sua non può che dirsi soddisfatto e propositivo il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio: “L’Italia è un paese da vedere, mangiare e bere. Vai a vedere un mare stupendo, vedi siti Unesco e città d’arte, ma poi aggiungi anche l’enogastronomia. Abbiamo appena conquistato un nuovo riconoscimento del Patrimonio dell’Umanità che è quello alle colline del Prosecco. Chi criticava la scelta del governo di mettere il turismo assieme al settore agroalimentare si sbagliava”.

Centinaio sottolinea che il turismo che sceglie l’agroalimentare è anche alto spendente: “Chi si porta il panino da casa e la bottiglietta d’acqua non lascia niente sul territorio”. Il ministro ricorda anche come l’Italia sia una vera superpotenza mondiale del turismo: “L’ho già detto e lo ripeto: con i miei omologhi ministri cinesi con cui sto lavorando da tempo ce lo siamo detti, siamo due superpotenze e lavoriamo e parliamo alla pari, nonostante loro siano molto più grandi noi”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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