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Ucciso il generale golpista, la situazione ora volge alla calma

ADDIS ABEBA. A muovere le fila del tentato colpo di stato ci sarebbe stato Asaminew Tsige, capo delle forze di sicurezza della regione di Amhara che, nelle scorse settimane, in un video su Facebook, aveva incoraggiato la popolazione locale ad armarsi. L’obiettivo era formare delle milizie per riprendere possesso della limitrofa regione del Tigray, terra di provenienza del capo dell’esercito ucciso. Tsige è già stato responsabile in passato di un altro fallito colpo di stato. Ora il generale di brigata accusato di essere a capo del fallito golpe in Etiopia è stato ucciso in un conflitto a fuoco con le forze di sicurezza governative. Lo ha detto il portavoce del premier, Nigussu Tilahun. Il generale Asamnew Tsige – ha detto – è stato ucciso oggi in uno scontro a fuoco presso Bahir Dar, nella regione settentrionale di Amhara.

ucciso generale golpista

Le forze governative gli davano la caccia dopo che militari ai suoi ordini avevano attaccato una riunione del governo regionale. Amara è una regione cruciale per le dinamiche politiche del Paese-guida del Corno d’Africa, abitata in maggioranza dall’etnia omonima (la seconda del Paese) che costituisce circa il 30% dei 100 milioni di abitanti dell’Etiopia. I conflitti di carattere etnico sono aumentati negli ultimi anni. Il mese scorso si sono registrati decine di morti nell’ultimo round di scontri tra gruppi Amara e Gumuz, solitamente innescati da dispute per il controllo della terra. L’emergenza appare al momento rientrata, anche se l’allerta e le misure di sicurezza sono al livello massimo. Un segno evidente viene dalla decisione delle autorità di bloccare temporaneamente Internet, una scelta sempre più diffusa (e sempre discutibile) quando governi in difficoltà cercano di ristabilire l’ordine.

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