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Ucciso in Iran lo scienziato del programma nucleare Mohsen Fakhrizadeh

TEHERAN. Ci sono “serie indicazioni di un ruolo di Israele” nell’uccisone dello scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh avvenuto nei pressi di Teheran, scrive su Twitter il ministero degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. “Dei terroristi hanno ucciso oggi un eminente scienziato iraniano.

Questo atto di codardia – con serie indicazioni di un ruolo israeliano – mostra il disperato spirito guerrafondaio dei responsabili. L’Iran invita la comunità internazionale – e in particolare l’Ue – a porre fine ai suoi vergognosi doppi standard e a condannare questo atto come terrorismo di stato”, ha scritto nel suo messaggio Zarif. Lo scienziato era stato accusato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu di gestire un programma per lo sviluppo di armi atomiche e secondo fonti israeliane sarebbe stato nella lista degli obiettivi del Mossad. “Alcuni colleghi dell’esperto scienziato del programma nucleare e missilistico e almeno tre dei terroristi sono rimasti uccisi o feriti nel corso dell’attacco di questo pomeriggio”, riferisce la Fars, agenzia vicina ai Pasdaran, citando fonti di sicurezza. Non viene tuttavia precisato al momento il numero delle altre eventuali vittime. Secondo il racconto di alcuni testimoni, ci sarebbe stata inizialmente un’esplosione, forse per bloccare l’auto su cui viaggiava Fakhrizadeh, seguita da una serie di spari. In passato, riferiscono media iraniani, lo scienziato era già scampato a un tentativo di assassinio attribuito al Mossad. Considerato da molti tra il più esperto tra i tecnici nucleari del ministro della Difesa di Teheran, era stato anche responsabile del Centro di ricerca di fisica (Phrc) della Repubblica islamica. Ci sarà “una vendetta terribile” dell’Iran contro “i gruppi terroristici e i responsabili” dell’uccisione oggi alla periferia di Teheran dello scienziato di punta del suo programma nucleare, Mohsen Fakhrizadeh. Lo ha scritto in un messaggio su Twitter il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, il generale Mohammad Bagheri, definendo l’assassinio “un colpo amaro e pesante” e avvertendo che le forze di sicurezza “non avranno pace finché non avranno inseguito e punito” i colpevoli.

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