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Una mostra monografica dedicata a Medardo Rosso

FIRENZE. Nel capoluogo toscano approda, per la prima volta a distanza di 90 anni dalla sua scomparsa, Medardo Rosso (Torino 1858 – Milano 1928), il più grande scultore italiano della Modernità. L’artista torinese trapiantato a Parigi è il nuovo protagonista al Museo Novecento che periodicamente dedica una mostra monografica a un artista del secolo scorso. Dopo Emilio Vedova e Piero Manzoni, il terzo appuntamento – Solo. Medardo Rosso, curato da Marco Fagiolie Sergio Risaliti – ha aperto al pubblico nei giorni scorsi e sarà visitabile fino al 28 marzo. La mostra raccoglie le opere di uno scultore straordinario, sperimentatore e anticipatore indiscusso della contemporaneità.

La mostra di Firenze propone un percorso di rilettura dell’opera dello scultore fuori della consueta visione codificata di un Rosso prima naturalista e poi simbolista, per segnalare invece la sua assoluta originalità e specificità nell’ambito dell’arte moderna.

Osteggiato dalla critica italiana, che lo aveva chiuso nell’ambito della Scapigliatura lombarda, e dalla cultura artistica accademica, lo scultore, che pure era stato protagonista riconosciuto dall’arte plastica nella Parigi degli ultimi decenni del secolo precedente, Rosso è divenuto via via nel Novecento, per la sua anticipazione della Modernità, l’importante punto di riferimento delle generazioni successive, da Boccioni a Manzù da Marini a Fontana. Boccioni che più di tutti si era accorto dell’importanza di Rosso come rinnovatore della scultura, scriveva nel 1914: “L’opera di Medardo Rosso è invece rivoluzionaria, modernissima, più profonda e necessariamente ristretta. In essa non si agitano eroi né simboli, ma il piano d’una fronte di donna o di bimbo accenna a una liberazione verso lo spazio, che avrà nella storia dello spirito una importanza ben maggiore di quella che non gli abbia dato il nostro”.

Nonostante il numero limitato dei suoi soggetti, poco più di settanta sculture, Rosso lavorò incessantemente attraverso repliche e varianti nel gesso, cera e bronzo ai suoi soggetti e nel processo creativo utilizzò anche la fotografiacome la mostra documenta ampiamente presentando ben 19 fotografie a contatto da lastre originali.

Info. Museo Novecento, p.za S. Maria Novella 10, Firenze. tel. 055.286132 – info@muse.comune.fi.it – sito ufficiale: www.museonovecento.it
Orari: Lun – Mar – Mer – Ven – Sab – Dom 11-19; Giovedì 11-14. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. 25 dicembre: giorno di chiusura. Costo del biglietto: intero € 8.50, ridotto € 4 (18-25 anni e studenti universitari), gratuito under 18, gruppi di studenti e rispettivi insegnanti, guide turistiche e interpreti, disabili e rispettivi accompagnatori.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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