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Vertice di Berlino sulla Libia: colloqui separati per Haftar e Al Sarraj con la Merkel

BERLINO. Si sono iniziati i lavori al vertice di Berlino sulla Libia. In cancelleria Angela Merkel ha ricevuto tutti i leader internazionali invitati: soltanto la Tunisia ha rifiutato perché coinvolta tardivamente. Anche il premier Fayez Al Sarraj e il generale Khalifa Haftar sono arrivati nella capitale tedesca, dove hanno avuto colloqui separati con la cancelliera prima degli inizi dei lavori. Una conferenza stampa conclusiva è attesa in serata. Secondo informazioni trapelate da fonti diplomatiche italiane, Merkel incontrerà i giornalisti insieme al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Non è però escluso, secondo altre fonti, che si aggiungano altri protagonisti del vertice.

“L’Europa deve fare autocritica. Gli europei sono arrivati troppo tardi”, ha dichiarato il premier libico Fayez al Sarraj al Welt am Sonntag. Il primo ministro Sarraj si è detto deluso anche per le divergenze delle posizioni in Europa sulla questione libica, con la Francia più favorevole al rivale Haftar: “Ci saremmo aspettati che la Ue si schierasse in modo chiaro contro l’offensiva di Khalifa Haftar, e che aiutasse a risolvere la crisi attuale. L’Europa purtroppo ha avuto finora un ruolo molto modesto. Anche se alcuni Paesi hanno un rapporto speciale con la Libia e sono nostri vicini con molti interessi in comune”.

La priorità della Conferenza rimane quella di un cessate il fuoco duraturo dopo la tregua temporanea in vigore a Tripoli da domenica 12 gennaio grazie all’appello lanciato da Russia e Turchia. Non è ancora chiaro se verrà discusso anche l’invio in Libia di un contingente di pace dell’Unione europea, con una consistente presenza militare italiana. Intanto le forze del generale Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico (Lna) che dal 4 aprile scorso assedia Tripoli, hanno bloccato i porti della Libia centrale e orientale, dimezzando la produzione di greggio (pari a circa 1,3 milioni di barili al giorno) della paese membro dell’Opec. Non a caso nella bozza di accordo — secondo quanto anticipato da Al Arabiya — è stato inserito un punto che prevede lo stop degli attacchi agli impianti di petrolio.

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