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|VIDEO| Il grande Mazinga Z ‘Salvini’ diventa il buffo Boss Robot

Nel testo della nuova parodia musicale composta e cantata dal mitico Fabio Lucentini il riferimento animato non è del tutto chiaro a chi non è appassionato del genere mecha, ma la grafica presente nel video è senza alcun dubbio molto esaustiva: Matteo Salvini è passato dall’interpretare il grande paladino della giustizia Mazinga Z, super robot giapponese che ha segnato intere generazioni di ragazzini italiani dagli anni ’80 in poi, a indossare i panni di Boss Robot, buffo personaggio secondario presente nella stessa serie animata costruito con dei rottami.

Il significato politico è poi chiarito nelle parole del brano: il leader della Lega viene accusato di tradimento elettorale, di essersi svenduto alla sinistra, quella sinistra che fino a qualche anno fa veniva combattuta senza esclusione di colpi, e di seguire fin troppo alla lettera la linea dettata dal premier Mario Draghi e dall’alleato Silvio Berlusconi.

Tra le accuse che gli vengono mosse ci sono anche quelle di aver aderito all’introduzione del Green pass elettronico obbligatorio in alcune attività commerciali al chiuso come ristoranti e centri commerciali, di aver sposato la linea del governo sulla proroga dello stato di emergenza e di aver abbandonato crociate storiche come il contrasto allo sbarco dei clandestini in Italia.

Anche se ad onor di cronaca va sottolineato che in più occasioni l’ex vicepremier ha manifestato il proprio dissenso sul Green pass obbligatorio così diffusamente (avrebbe preferito introdurlo solo nelle manifestazioni con grande afflusso di pubblico come ad esempio allo stadio e nei concerti) e insieme a Giorgia Meloni ha contestato la decisione di continuare a mantenere le discoteche chiuse (infatti non è un caso che qualche giorno fa il numero uno del Carroccio si sia fatto fotografare a petto nudo al Papeete, nota discoteca sulla spiaggia a Milano Marittima).

Il grande Salvini 2… anni dopo” rappresenta una sorta di sequel del brano “Il grande Salvini” nel quale il numero uno del Carroccio veniva esaltato per l’opera di contrasto nei confronti dei catto-comunisti a suon di ‘ruspa diabolica‘, ‘disintegratore Fornero‘, ‘Saviano perforante‘ e ‘spada di Legnano‘, senza dimenticare l’inconfondibile ‘doppio bacione‘ (saluto agli hater che utilizza ancora oggi) e ‘pane e nutella‘. Per Lucentini il cambiamento è radicale: da protagonista incontrastato della scena politica a personaggio di secondo piano, con i sondaggi politici che lo danno in costante calo.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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