• STORIA

Xanthippos il mercenario greco che sconfisse le Legioni romane

Generale misconosciuto dai più, questo strategos spartano, educato secondo Polibio, seguendo i costumi degli spartiati, riuscì ad infliggere una sonora sconfitta ai romani guidati da Attilio Regolo e Manlio Vulsone nella cosiddetta battaglia di Tunisi, nel quadro della I° Guerra Punica nel 255 a.C. Nel 256 a.C. I romani, guidati dai consoli Attilio Regolo e Manlio Vulsone, sconfissero pesantemente i Cartaginesi nella battaglia di Adys, togliendo ai punici il controllo delle terre in africa e costringendo Cartagine a chiedere la pace.

Le condizioni poste da Attilio Regolo furono ritenute tanto pesanti da far decidere al senato cartaginese di non accettarle e resistere ulteriormente e chiedere aiuto ad un mercenario greco di Sparta, Xanthippos. Costui, dopo aver appreso dell’andamento della battaglia di Adys, dell’incapacità dei generali punici Bostare, Amilcare e Asrubale e delle tattiche e degli effettivi a disposizione dei cartaginesi, si mise a riformare l’esercito in modo da renderlo più compatto. Secondo Polibio, Xanthippos disse che “I Cartaginesi erano stati battuti non dai Romani ma da se stessi, a causa dell’inesperienza dei capi”. Nel maggio del 255 a.C., l’esercito cartaginese mosse contro il campo romano situato presso l’odierna Tunisi. Seguendo le indicazioni dello stratega spartano, la battaglia ebbe luogo in pianura, in modo che i Cartaginesi poterono farvi valere tutto il vantaggio dei loro elefanti e della superiorità della loro cavalleria. Difatti Xanthippos dispose le truppe cartaginesi in maniera diversa dalla battaglia di Adys. Schierò al centro la fanteria pesante coperta sulla fronte dagli elefanti, ponendo a sinistra la fanteria africana, a destra la mercenaria; sulle ali pose la cavalleria rinforzata dai mercenari armati di armamento leggero.

Regolo dispose anch’egli al centro le due legioni e sulle ali la cavalleria, davanti alle legioni la fanteria leggera. Dispose le legioni con gli ordini più del solito serrati e profondi per meglio resistere all’urto degli elefanti. Tale tattica tuttavia si dimostrò un terribile errore. La cavalleria romana fu facilmente messa in fuga da quella cartaginese, e quando i cavalieri punici tornarono dall’inseguimento, attaccarono per fianco e da tergo i legionari di Regolo, che resistevano con fatica all’urto degli elefanti. Una delle due legioni curvando a sinistra aveva frattanto sorpassato gli elefanti e s’era gettata poi sui mercenari cartaginesi uccidendone 800 e respingendoli, nonostante la disperata resistenza di Xanthippos, fino all’accampamento; ma fu anch’essa travolta quando si delineò la disfatta dell’altra legione quasi circondata dal nemico.

Fu un massacro. Circa docicimila componenti delle legioni trovarono la morte. Di quest’ultima 500 fuggiaschi con Regolo furono raggiunti dalla cavalleria cartaginese, circondati, costretti alla resa e fatti prigionieri. Dell’altra legione, solo 2000 Romani scamparono, rifugiandosi in Clupea. Sulla sorte dello stratega, Polibio afferma che come segno di ringraziamento per aver sconfitto i romani, i cartaginesi lo fecero assassinare sulla via del ritorno a Sparta. Tuttavia questa versione oggi sembra un’invenzione. È più plausibile che Xanthippos sia lo stesso omonimo personaggio a cui nel 245 a.C. Tolomeo III Evergete, tornando in Egitto dopo la sua spedizione vittoriosa in Siria e Mesopotamia, assegnò il comando delle regioni oltre l’Eufrate.

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