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11 dicembre: San Sabino, vescovo di Piacenza nel IV secolo

Anche l’11 dicembre sono diversi i Santi e i Beati celebrati dalla Chiesa cattolica, così come di quella orientale. Lo scorso anno occupammo di San Damaso, papa nel IV secolo. Oggi, invece, parliamo di San Savino (Milano, 330 – Piacenza, 11 dicembre 420) , anche conosciuto come Sabino.

Papa Damaso I – oggi unito a lui nella memoria della Chiesa – lo inviò nel 372 ad Antiochia del 372 per il Concilio d’Oriente, nel quale vennero discusse le dottrine di Ario che combatté strenuamente. A questo proposito, la tradizione dice che ci fu un fecondo carteggio fra Savino, Bassino e Ambrogio  al cui fu legato da un profonda amicizia.

Fu pastore di Piacenza per ben 45 anni. La tradizione gli attribuisce, infatti, una lunghissima vita: 90 anni. Morì l’11 dicembre del 420, anche se a Piacenza la sua festa si celebra con maggior solennità il 17 gennaio, giorno in cui le sue reliquie furono portate nella chiesa degli Apostoli, che da allora ha preso il suo nome.

Così lo ricorda il Martirologio Romano: “A Piacenza, San Sabino, vescovo, che chiamò folle intere alla fede in Cristo, istituì monasteri per le vergini e lottò coraggiosamente per la verità nicena”.

La statua del santo nella basilica omonima, a Piacenza (foto Wikipedia)

Savino viene invocato contro le frequenti esondazioni del fiume Po. Si narra, infatti, che durante una di queste piene avesse gettato nell’acqua del fiume una lettera, intimando al “grande Po” di ritirarsi e di non minacciare più le popolazioni e le campagne, e che tale desiderio venne esaudito.

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Alessio Yandushev Rumyantsev

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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