• IL SANTO DEL GIORNO

12 ottobre: San Serafino da Montegranaro, religioso

Serafino nasce nel 1540 a Montegranaro nelle Marche, da Girolamo Rapagnano e da Teodora Giovannuzzi. La famiglia è di umili condizioni, ma cristiana fervente. Proprio a causa della povertà familiare, Serafino è costretto a lavorare per un certo periodo come garzone. Mentre lavora in un cantiere assieme al fratello ascolta le storie sacre che la figlia del padrone legge ad alta voce nei periodi di pausa. Quelle parole lo convincono entrare in convento a Tolentino. quando a 18 anni Serafino viene accolto come fratello laico nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fa il noviziato a Jesi. Peregrina per tutti i conventi delle Marche, perché, nonostante la buona volontà e la massima diligenza che pone nel fare le cose, non riesce ad accontentare né i superiori, né i confratelli, che non gli risparmiarono rimproveri, sovente motivati dalla sua eccessiva generosità. Ma egli dimostra sempre tanta bontà, povertà, umiltà, purezza e mortificazione.

Nel 1590 Serafino si stabilisce definitivamente ad Ascoli Piceno, dedicandosi particolarmente all’attività di monaco questuante, visitando così quasi tutta la popolazione di Ascoli, che in breve tempo si affeziona talmente a lui, che quando nel 1602, si paventa che possa essere trasferito altrove, tutta la cittadinanza si rivolge ai superiori dell’Ordine, affinché non venga allontanato da Ascoli.

Serafino ha la capacità di scrutare nel profondo dell’animo umano, e di dare saggi consigli a tutti coloro che a lui si rivolgevano. E’ molto devoto al crocifisso ed al santo rosario, strumento che utilizza per la sua attività di evangelizzazione. Ha 64 anni e la fama della sua santità si diffonde per Ascoli, quando egli stesso chiede con insistenza il viatico, mentre nessuno crede alla sua prossima fine. La morte lo coglie il 12 ottobre 1604. Dopo essere spirato la voce del popolo che lo diceva Santo giunge anche alle orecchie del Papa Paolo V, il quale autorizza l’accensione di una lampada sulla sua tomba.

Beatificato da papa Benedetto XIII nel 1729, viene canonizzato da papa Clemente XIII il 16 luglio 1767. La Chiesa cattolica lo ricorda il 12 ottobre. Le sue spoglie riposano ancora nella chiesa del convento dei frati cappuccini di Ascoli Piceno, divenuto santuario a lui dedicato.

Preghiera, umiltà, penitenza, lavoro e pazienza, tanta pazienza, perché i rimproveri per lui erano sempre abbondanti. E Dio si incaricò di aiutarlo supplendo alle sue capacità, in cucina, alla porta, nell’orto, alla questua, con i miracoli, l’introspezione dei cuori, il dono di saper confortare tutti in maniera inimitabile. Da parte sua rimase sempre contento di amare Dio conoscendo e studiando due soli libri: il crocifisso e la corona del rosario.
Aveva 64 anni e già la fama della sua santità si diffondeva per Ascoli, quando egli stesso chiese con insistenza il viatico, mentre nessuno credeva alla sua prossima fine. La morte lo colse il 12 ottobre 1604. Dopo spirato, semplice anche nella morte, la voce del popolo che lo diceva santo, giunse anche alle orecchie del Papa Paolo V, il quale autorizzo l’accensione di una lampada sulla sua tomba. Fu canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767.

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Alessio Yandusheff-Rumiantseff

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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