• IL SANTO DEL GIORNO

22 giugno: San Giovanni Fisher, vescovo e martire

John Fisher, al secolo San Giovanni Fisher, nacque a Beverly, nella contea dello Yorkshire, nel 1469. Suo padre è un ricco mercante che gli permise di seguire gli studi a Cambridge, dove il giovinetto entrò a soli 14 anni e riuscì ad ottenere il dottorato in teologia. Nel 1491 venne ordinato sacerdote a York e nominato vicario di Northallerton; mentre nel 1497 la contessa Margherita Beaufort (1443-1509), nonna del futuro Enrico VIII, lo scelse come cappellano e confessore personale.

Docente all’Università di Cambridge, venne promosso fra i dignitari dell’Ateneo, acquisendo il titolo di Cancelliere nel 1504, e sempre nello stesso anno fu nominato vescovo di Rochester, con diritto di sedere nella Camera dei Lord.

La sua azione a favore della vita intellettuale fu incredibilmente determinante per lo sviluppo di Cambridge: finissimo latinista, a 48 anni iniziò a studiare greco e, passata la cinquantina, l’ebraico. Conferì una cattedra ad Erasmo da Rotterdam (1466/1469-1536), che inoltre prese come consigliere quando dovette rappresentare l’episcopato inglese al Concilio Lateranense del 1512, al quale, però, non vi si poté recare. Dal 1523 al 1533, lanciato nella lotta contro la Riforma, moltiplicò i suoi scritti antiluterani. Fu allora che, nell’affare del divorzio di Enrico VIII, oppose alle pretese del sovrano un deciso “non possumus”.

San Giovanni Fisher
Busto di San Giovanni Fisher (Wikipedia)

Nel 1534 Fisher disse no all’Atto di Supremazia che imponeva la sottomissione completa del clero alla corona, e al divorzio, definito contro la legge di Dio. Quello stesso anno il Parlamento, inibito dal sovrano, approvò l’Act of Treason (Atto sui Tradimenti). Questa legge rese il rifiuto dell’Atto di Supremazia una vera e propria forma di tradimento, punibile con la morte.

Il vescovo Fisher e Sir Thomas More vennero giustiziati in virtù di questi atti. Il destino ultimo di Fisher è legato strettamente a quello di More, con il quale venne arrestato il 13 aprile del 1534 con l’accusa di lesa maestà per la quale era prevista la pena di morte. Entrambi i prigionieri vennero arrestati e imprigionati nella Torre di Londra.

Il 17 giugno 1535 venne emessa nei loro confronti la sentenza di morte per decapitazione. Sperando di risparmiare la vita del vescovo, papa Paolo III lo nominò Cardinale del titolo di San Vitale nel concistoro del 22 giugno di quell’anno, offrendogli la possibilità di trascorrere il resto dei suoi giorni a Roma, in esilio. Ma Enrico VIII non lo permise.

La sentenza di Giovanni Fisher venne eseguita alle ore 10:00 del 22 giugno 1535 nella Torre di Londra. Il martire proclamò davanti al popolo: “Sono venuto qui a morire per la fede nella Chiesa cattolica e nel Cristo”. Il suo corpo nudo rimase esposto per tutto il giorno sul patibolo e venne poi seppellito senza cerimonie in una tomba anonima del cimitero di Ognissanti.

Successivamente venne traslato nella cappella di San Pietro in Vincoli nella Torre. Fu annoverato fra i cinquantaquattro martiri inglesi proclamati beati da Leone XIII il 29 dicembre del 1886 e venne canonizzato da Papa Pio XI il 19 maggio 1935. Nella stessa giornata del 22 giugno si celebra anche Tommaso Moro.

Alessio Yandusheff Rumiantseff

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Alessio Yandusheff-Rumiantseff

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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