• IL SANTO DEL GIORNO

23 novembre: San Colombano da Bobbio, abate

San Colombano (più correttamente Colombano Romano) nasce a Navan, cittadina dell’Irlanda, capoluogo di contea del Meath, nella provincia di Leinster, intorno al 540. Educato nella propria casa da ottimi maestri che lo avviano allo studio delle arti liberali, si affida poi alla guida dell’abate Sinell della comunità di Cluain-Inis, nell’Irlanda settentrionale, ove può approfondire lo studio delle Sacre Scritture.

All’età di circa vent’anni entra nel monastero di Bangor nel nord- est dell’isola, ove è abate Comgall, un monaco ben noto per la sua virtù e il suo rigore ascetico. In piena sintonia col suo abate, Colombano pratica con zelo la severa disciplina del monastero, conducendo una vita di preghiera, di ascesi e di studio. Lì è anche ordinato sacerdote. La vita a Bangor e l’esempio dell’abate influiscono sulla concezione del monachesimo che Colombano matura col tempo e diffonde poi nel corso della sua vita.

Uomo d’azione e abile diplomatico, nel corso della sua vita monastica fonda monasteri e chiese in Europa. Tramite le sue numerose fondazioni contribuisce così alla diffusione in Europa del monachesimo irlandese. Stabilisce una regola monastica che in seguito verrà assimilata a quella benedettina e poi definitivamente abrogata anche formalmente nel 1448 da papa Niccolò V. Colombano introduce con il Paenitentiale l’uso della confessione privata in sostituzione di quella pubblica per il sacramento della penitenza.

E’ all’età di circa cinquant’anni che Colombano, seguendo l’ideale ascetico tipicamente irlandese della peregrinatio pro Christo, del farsi cioè pellegrino per Cristo, lascia l’isola per intraprendere con dodici compagni un’opera missionaria sul continente europeo. A Luxeuil, in Francia fonda un monastero sarebbe poi diventato il centro dell’irradiazione monastica e missionaria di tradizione irlandese sul continente europeo. A Luxeuil Colombano vive per quasi vent’anni.

A causa di vicende politiche poco favorevoli alla sua opera, decide quindi di attraversare le Alpi con la maggior parte dei suoi discepoli. Giunto in Italia, Colombano trova un’accoglienza benevola presso la corte reale longobarda, ma deve affrontare subito difficoltà notevoli: la vita della Chiesa è lacerata dall’eresia ariana ancora prevalente tra i longobardi e da uno scisma che ha staccato la maggior parte delle Chiese dell’Italia settentrionale dalla comunione con il Vescovo di Roma.

Colombano si inserisce con autorevolezza in questo contesto, scrivendo un libello contro l’arianesimo e una lettera a Bonifacio IV per convincerlo a fare alcuni passi decisi in vista di un ristabilimento dell’unità. Quando il re dei longobardi, nel 612 o 613, gli assegna un terreno a Bobbio, nella valle del Trebbia, Colombano fonda un nuovo monastero che sarebbe poi diventato un centro di cultura paragonabile a quello famoso di Montecassino. Qui giunge al termine dei suoi giorni: muore il 23 novembre 615 e in tale data è commemorato nel rito romano fino ad oggi.

Papa Benedetto XVI lo definisce “santo europeo”. Infatti, San Colombano stesso scrive in una lettera che gli europei devono essere un unico popolo, un “corpo solo” che viene unito da radici cristiane in cui le barriere etniche e culturali vanno superate; inoltre usa per la prima volta l’espressione latina totius Europae.

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Alessio Yandushev Rumyantsev

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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