• IL SANTO DEL GIORNO

26 giugno: San Rodolfo Gabrielli, monaco benedettino

San Rodolfo Gabrielli nacque a Camporeggiano, frazione di Gubbio, nel 1034 da Rodolfo e da Rezia Gabrielli, feudatari del luogo. La sua conversione religiosa avvenne a 17 anni, nel 1051, in occasione di una visita a Monte Cavallo di San Pier Damiani, allora priore dell’eremo di Fonte Avellana. Rodolfo, colpito dalla figura del grande mistico, decise, assieme alla madre vedova ed ai fratelli Pietro e Giovanni, di donargli un castello ed altri possedimenti della famiglia.

San Pier Damiani decise di costruire nella valle di Camporeggiano l’abbazia di San Bartolomeo, della quale fu il primo abate Giovanni Gabrielli, mentre l’altro fratello Pietro, in seguito beatificato, nel 1057 entrò anch’egli come monaco a Fonte Avellana. Nell’abbazia, completata nel 1067, si può ancora oggi ammirare la cripta di San Rodolfo, dove egli di reca a pregare in solitudine.

Divenuto discepolo di San Pier Damiani a Fonte Avellana, Rodolfo vi studiò filosofia e teologia, eccellendo nella lingua latina. Decise quindi di prendere i voti e farsi benedettino. Divenuto sacerdote, intraprese una vita austera, fatta di preghiera e penitenza: era solito torturarsi per fiaccare le esuberanze giovanili, portava il cilicio e decise di astenersi dal mangiare carne, uova e formaggio, e di dormire su una tavola di legno senza coperte.

San Rodolfo Gabrielli

Indebolito dalla macerazione, ideò per la propria cella un ingegnoso sistema di corde per sostenersi durante la recitazione dei salmi. Fu uno zelante attuatore della pratica dell’autoaccusa pubblica delle proprie colpe, in un occasione chiese addirittura la fustigazione ad opera di due confratelli.

Nel 1058, benché non abbia ancora raggiunto l’età canonica, San Pier Damiani lo propose al papa Niccolò II come proprio sostituto alla carica di vescovo di Gubbio, dalla quale egli stesso ottenne di essere esonerato. In occasione del Concilio Romano (Sinodo dei Vescovi) che si teneva a Roma nell’aprile dell’anno successivo, il papa confermò la nomina, e per ubbidienza Rodolfo accettò la guida della diocesi. Aveva soltanto 25 anni.

Pompeo Batoni. Madonna in trono con Santi e Beati della famiglia Gabrielli di Gubbio (1736). Venezia, Gallerie dell’Accademia (San Rodolfo è il primo da destra) – (Wikipedia)

Anche da vescovo Rodolfo seppe mantenere la purezza della vocazione monastica e non rinunciò alle austerità della vita eremitica. I lunghi e severi digiuni finirono tuttavia per indebolire Rodolfo, che si ammalò gravemente. Venne curato e si ristabilì, ma riprese con nuovo ardore la pratica della penitenza. Una ricaduta lo portò così alla morte, “per consunzione“, il 17 ottobre 1064.

Rodolfo venne sepolto nella cattedrale di Gubbio; il popolo eugubino lo acclamò subito Santo per la carità esemplare e il distacco dal mondo. Il suo culto venne in seguito confermato da numerosi pontefici. Il 26 giugno 1188 il suo corpo venne traslato nel nuovo edificio della cattedrale, dove gli fu consacrato un altare, scomparso tuttavia in seguito ai lavori di ristrutturazione eseguiti nel 1670.

Il Martirologio romano ricorda san Rodolfo il 26 giugno, data della traslazione del suo corpo nella cattedrale di Gubbio; localmente è festeggiato anche il 17 ottobre, data della morte. Il culto del santo è principalmente vivo nella città di Gubbio e nei dintorni.

Alessio Yandusheff Rumiantseff

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Alessio Yandushev Rumyantsev

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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