• IL SANTO DEL GIORNO

30 aprile: San Pio V, l’austero papa della Controriforma

Oggi, 30 aprile, si celebra San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, nato a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, il 27 gennaio 1504. Si celebra con un giorno d’anticipo rispetto alla sua morta avvenuta l’1 maggio del 1572, aggiungendosi a numerosi altri sanati e beati, tra i quali San Donato di Evorea, San Lorenzo di Novara e San Mariano, venerato ad Acerenza e che subì il martirio nell’anno 303, sotto la terribile persecuzione dell’imperatore Diocleziano.

Pio V è stato indubbiamente uno dei massimi pontefici vissuti nel Medioevo. A lui si devono la Controriforma e la battaglia di Lepanto. Ma anche il catechismo romano, il breviario romano riformato e il messale romano.

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San Pio V

Negli anni di preparazione al sacerdozio, insieme a una solida formazione teologica, facilitata da una fervida intelligenza, Antonio manifesta quella austerità che sempre lo ha caratterizzato in vita. Nel 1528 riceve l’ordinazione sacerdotale a Genova e già a quel tempo si distingue per la forza del suo credo. In seguito, come rettore di vari conventi domenicani si distingue per la rigida e santificante disciplina imposta, e riceve la nomina di inquisitore della città di Como. Giunge a Roma nel 1550 dove diviene Commissario generale dell’Inquisizione romana. Paolo IV lo nomina vescovo di Sutri e Nepi nel 1556; in seguito è fatto cardinale con il titolo di Santa Maria sopra Minerva. Nel 1558 diviene Grande Inquisitore e due anni dopo vescovo di Mondovì.

La sua elezione a papa giunge inaspettata nel gennaio 1566: è figlia di un accordo stabilito fra i cardinali Carlo Borromeo e Alessandro Farnese. Un’elezione che fa tremare la Curia romana e non solo quella. Di lui si teme l’intransigenza, la serietà e inflessibilità che si manifestano sin dai primi giorni di pontificato. Pio V cerca, infatti, con ogni mezzo, di migliorare i costumi della gente emettendo bolle, punendo l’accattonaggio, vietando le dissolutezze del carnevale, cacciando da Roma le prostitute, condannando i fornicatori e i profanatori dei giorni festivi. Per i bestemmiatori vengono previste sanzioni economiche e corporali. Difende strenuamente il vincolo matrimoniale, infliggendo punizioni agli adulteri. Riduce il costo della corte papale, impone l’obbligo di residenza dei vescovi e afferma l’importanza del cerimoniale. Le sue decisioni sono di enorme importanza: rafforza gli strumenti della Controriforma per combattere l’eresia ed il Protestantesimo e dà nuovo impulso all’Inquisizione romana.

La battaglia di Lepanto

Risoluto e onesto, piemontese tutto d’un pezzo, è rigido oppositore del nepotismo. Ai numerosi parenti accorsi a Roma con la speranza di ottenere da lui qualche privilegio e beneficio economico, Pio V dice che un parente del Papa può considerarsi sufficientemente ricco se non conosce la miseria. La sua intransigenza e il suo zelo gli valgono molti nemici in tutta Europa e oltre. È lui, l’11 aprile 1567, a dare  il titolo di dottore della Chiesa a san Tommaso d’Aquino. Nel 1568 lo stesso titolo viene concesso anche a quattro Padri della Chiesa d’Oriente: Sant’Atanasio, San Basilio Magno, San Giovanni Crisostomo e San Gregorio Nazianzeno.

Durante le guerre di religione in Francia, sostiene i cattolici contro gli ugonotti, mentre in Inghilterra appoggia la cattolica Maria Stuarda (1542-1587) contro l’anglicana Elisabetta I (1533-1603), che scomunica nel 1570 con la bolla Regnans in Excelsis. Non ha paura della violenza musulmana e preoccupato delle mire geopolitiche dei turchi, promuove la «Lega Santa» dei principi cristiani contro la mezzaluna, unendosi in alleanza con Genova, Venezia e Spagna. Le forze navali della Lega si scontrano, il 7 ottobre 1571, con la flotta ottomana nelle acque al largo di Lepanto, riportando una memorabile vittoria, che si verifica grazie, soprattutto, alla crociata di Rosari che sono stati recitati per ottenere l’aiuto divino.

Pio V muore il primo giorno di maggio del 1572. La sua salma riposa ancora oggi nella patriarcale basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. Papa Clemente X beatificherà il suo predecessore cent’anni dopo la sua morte, il 27 aprile 1672, e solo Clemente XI lo canonizzerà il 22 maggio 1712.

Alessio Yandusheff Rumiantseff

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Alessio Yandusheff-Rumiantseff

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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